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Torna a splendere il Castello della Colombaia - Articolo su Panorama

Articolo pubblicato sula rivista PanoramaRiportiamo di seguito l'articolo di Stefania Vitulli, pubblicato sulla rivista Panorama:


 

Quella della Colombaia è una lunga storia a lieto fine» si compiace Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Fai.
Una storia cominciata l'anno scorso, quando il Castello della Colombaia, splendido sito architettonico su un'isoletta a tre minuti di barca da Trapani, ha vinto la quarta edizione di I luoghi del cuore; iniziativa che ogni anno (e nel 2011 sono già 500 mila gli italiani che hanno risposto al nuovo appello) censisce i tesori italiani da salvare. «Grazie al contributo del Fai» precisa Borletti «il bene è passato dal demanio alla Regione Siciliana, che si è già impegnata ad avviare i restauri».

Che l'ex avamposto militare (e dal Settecento e fino al 1960 carcere) fosse vittima di un degrado insostenibile era l'opinione di almeno 8 mila cittadini, che hanno firmato e si sono battuti perché potesse tornare visitabile e in uso. E hanno vinto la battaglia contro la cattiva burocrazia: grazie all'impegno della regione, e in particolare dell'assessore all'Economia Gaetano Armao, che ne ha seguito il percorso da quando era responsabile regionale dei Beni culturali, il castello appartiene ora al patrimonio culturale della Sicilia.
«La Colombaia è divenuta un'attrattiva per il territorio trapanese» sottolinea Armao «e anche la prova che l'amministrazione regionale sa procedere con efficienza operativa».


L'edifìcio deve il nome all'insediamento di uccelli nella zona erbacea intorno all'isola e secondo alcune fonti sarebbe stato fondato dai troiani in fuga dagli achei. Riferimenti più certi sono riscontrabili in Diodoro Siculo, che nel 260 a.C. affermò fosse opera di Amilcare Barca, padre di Annibale.
Saccheggiata dagli arabi, restaurata da Federico III d'Aragona, ampliata da Filippo II di Spagna, la fortezza ha una torre ottagonale di 32 metri, straordinario punto di osservazione sul mare. «Meriterebbe di avere file di turisti davanti» aggiunge Borletti.
«Offre una suggestione di tale bellezza che non ha nulla da invidiare a Mont Saint-Michel».
La Regione Siciliana punta alla messa in sicurezza, in modo che il bene sia visitabile il 26 e 27 marzo, per le tradizionali Giornate di primavera del Fai.
«Poi partiranno i seminari con le facoltà di architettura e di economia dell'Università di Palermo, perché i giovani possano proporre idee per  la sua destinazione» spiega la responsabile della delegazione di Trapani del Fai, Rosa Barraco Platamone.
«Il castello potrebbe diventare un acquario o un museo del mare».
I trapanesi sperano che l'isola intera si trasformi in un polo d'attrazione per attività sportive come vela e immersione, punti di osservazione per la fauna e la flora del luogo, oppure un porto turistico o un albergo.
Un volano imperdibile, insomma, per l'economia del territorio, con una gestione mista tra pubblico e privato,  che potrebbe essere pronto in meno di un quinquennio.
Con la speranza che il medesimo  lieto fine tocchi anche al vincitore della quinta edizione del censimento: l'eremo rupestre dell'abbazia di Santa Maria di  Pulsano   a Monte Sant'Angelo, Foggia, che nell'anno dell'unità ha conquistato il cuore di 34 mila italiani.

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Torna a splendere il Castello della Colombaia - Articolo su Panorama

Articolo pubblicato sula rivista PanoramaRiportiamo di seguito l'articolo di Stefania Vitulli, pubblicato sulla rivista Panorama:


 

Quella della Colombaia è una lunga storia a lieto fine» si compiace Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Fai.
Una storia cominciata l'anno scorso, quando il Castello della Colombaia, splendido sito architettonico su un'isoletta a tre minuti di barca da Trapani, ha vinto la quarta edizione di I luoghi del cuore; iniziativa che ogni anno (e nel 2011 sono già 500 mila gli italiani che hanno risposto al nuovo appello) censisce i tesori italiani da salvare. «Grazie al contributo del Fai» precisa Borletti «il bene è passato dal demanio alla Regione Siciliana, che si è già impegnata ad avviare i restauri».

Che l'ex avamposto militare (e dal Settecento e fino al 1960 carcere) fosse vittima di un degrado insostenibile era l'opinione di almeno 8 mila cittadini, che hanno firmato e si sono battuti perché potesse tornare visitabile e in uso. E hanno vinto la battaglia contro la cattiva burocrazia: grazie all'impegno della regione, e in particolare dell'assessore all'Economia Gaetano Armao, che ne ha seguito il percorso da quando era responsabile regionale dei Beni culturali, il castello appartiene ora al patrimonio culturale della Sicilia.
«La Colombaia è divenuta un'attrattiva per il territorio trapanese» sottolinea Armao «e anche la prova che l'amministrazione regionale sa procedere con efficienza operativa».


L'edifìcio deve il nome all'insediamento di uccelli nella zona erbacea intorno all'isola e secondo alcune fonti sarebbe stato fondato dai troiani in fuga dagli achei. Riferimenti più certi sono riscontrabili in Diodoro Siculo, che nel 260 a.C. affermò fosse opera di Amilcare Barca, padre di Annibale.
Saccheggiata dagli arabi, restaurata da Federico III d'Aragona, ampliata da Filippo II di Spagna, la fortezza ha una torre ottagonale di 32 metri, straordinario punto di osservazione sul mare. «Meriterebbe di avere file di turisti davanti» aggiunge Borletti.
«Offre una suggestione di tale bellezza che non ha nulla da invidiare a Mont Saint-Michel».
La Regione Siciliana punta alla messa in sicurezza, in modo che il bene sia visitabile il 26 e 27 marzo, per le tradizionali Giornate di primavera del Fai.
«Poi partiranno i seminari con le facoltà di architettura e di economia dell'Università di Palermo, perché i giovani possano proporre idee per  la sua destinazione» spiega la responsabile della delegazione di Trapani del Fai, Rosa Barraco Platamone.
«Il castello potrebbe diventare un acquario o un museo del mare».
I trapanesi sperano che l'isola intera si trasformi in un polo d'attrazione per attività sportive come vela e immersione, punti di osservazione per la fauna e la flora del luogo, oppure un porto turistico o un albergo.
Un volano imperdibile, insomma, per l'economia del territorio, con una gestione mista tra pubblico e privato,  che potrebbe essere pronto in meno di un quinquennio.
Con la speranza che il medesimo  lieto fine tocchi anche al vincitore della quinta edizione del censimento: l'eremo rupestre dell'abbazia di Santa Maria di  Pulsano   a Monte Sant'Angelo, Foggia, che nell'anno dell'unità ha conquistato il cuore di 34 mila italiani.

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