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La Storia della Torre

copertina libro

La Colombaia:


Una storia bimillenaria:immagini e cartografie

 

Trapani, per la sua posizione geografica aperta a mare, quasi punta estrema dell'occidente (essa è Capo Boeo), fin dalle origini rappresentava porto naturale appetibile e terra di conquista. Proprio all'imboccatura del porto è situata un'isoletta che per la sua posizione fu considerata di grande importanza strategica, civile e militare. Fu sicuramente per questo che probabilmente fu fatta costruire la prima fortificazione.

La costruzione per motivi militari, viene attribuita ad Amilcare Barca durante la prima guerra punica.

Il cartaginese difatti, conquistò quella che allora poteva essere un villaggio sicano (Trapani), trasformandolo poi in città con delle fortificazioni e circondandolo di mura.

Per popolarla, sembra abbia fatto emigrare molti ericini a valle. (Fardella Giuseppe, Parroco - Annali della Città di Trapani - Ms. 193 - Biblioteca Fardelliana).

Così su quella isoletta o scoglio sorse la prima fortificazione con torre. Il suo nome fu Peliade.

Questa precisazione sul villaggio sicano, fa supporre che Trapani sia nata solo come porto, a valle di Erice, ma comunque postumo a quello sul litorale di Pizzolungo, dove approdò e fu sepolto Anchise, padre di Enea. Oggi anche gli archeologi concordano che la nascita del la città sia avvenuta durante il periodo punico, appunto attorno al porto naturale che serviva ai cartaginesi come base delle loro battaglie.

Nel principio che i Greci e Cartaginesi incominciarono a perseguirsi con armate a vicenda, et [...] che allora i Cartaginesi, vedendo che così «andavano» per tutto l 'occidental mare dell' Isola trascorrendo, com' essi facevano per l' orientale dì quella, edificassero in su i più meridionale dì quei scogli, che alla città di Trapani ci hanno mostrato esser vicini, quell 'antichissima torre che poi [...] fu Colombaia chiamata: affin che ella, col fuoco allumiliatovi sopra, avesse a quelli lor legni, coi quali sovente nel porto di questa città per i loro affari venivano, potuto quasi addetare da lunge i soui vicinissimi scogli che da schivare vi avessero, et il porto insieme, dove, vedendo, ìntrar e sorgere agiatamente potessero".

Questa la descrizione fatta dal Pugnatore (Ms. 256 - Bibl. Fard. TP) dell' origini della Colombaia e aggiunge

"E forse anco allora fu fatta da loro tra' scogli dei suoi fundamenti quella grande e cupa cisterna che oggi (nel XVI sec.) tuttavia dentro all' istessa torre si vede; accio che, mentre l'armate loro in porto ivi stessero, elle avessero quindi potuto provvedere di bon'acque da bere, se non per tutte la gente almeno per le più onorevoli tavole: [...]". Poiché "Non have Trapani altre acque per questo bisogno più prossime, essendo quelle delle private cisterne poco per avventura [...] e basterevoli".

Da ciò traspare chiaramente che fin da tempi remotissimi la città aveva penuria d'acqua e la conoscenza di questa grossa cisterna nella Torre della Colombaia è sicuramente un dato di l'alto che sta a significare la sua origine militare.

Ma il Pugnatore aggiunge che alcuni per accrescere l'antichità della Torre, dicano ch'essa fu costruita ancor prima della venuta dei Cartaginesi, "Ma ancora nell' istesso primo principio di Trapani, tanto per poter quei pochi abitatori, che prima vi venissero, aver quindi vedetta di vasselli nimici, che da lontano venissero, quanto potervisi ancor retirar dentro sicuri da' nitmici di terra". (Ms.256 -Blbl.Fard.TP.).

Ma lo stesso Pugnatore continua questa argomentazione, che comunque afferma, essere opera costruita «Forse più duemila anni». Affermazione fatta verso la fine del XVI sec. in quanto il manoscritto del Pugnatore è datato 1595.

Altre fonti e secondo alcune tradizioni, sarebbe stata costruita dai Troiani fuggitivi i Villabianca, Torri), ma di ciò non si ha alcuno avallo storico plausibile.

Da queste fonti si può quindi azzardare approssimativamente una data che fa risalire la Torre attorno a XXIV secoli fa, anche se nulla di quel tempo rimane.

Successivamente l' isoletta cadde sotto l'assedio romano. Fu il console Numerio Fabio che assediò la città e conquistò Peliade (la Colombaia) in una sola notte, sterminando il presidio cartaginese. Abbandonata, la Torre fu ridotta a nido di colombe.

E dalle colombe trae origine il suo nome attuale. Sembra infatti che secondo alcune fonti, un mito pagano faceva considerare sacre queste colombe alla dea Venere, avente culto per l'appunto sulla vetta ericìna. «Plejades... des colombes du moni Erix, qui se rasseur, blaient sur ce rocher, au moment deleur de part pur l'Afrique» (Gigault pag. 21).

L' isoletta, come si legge nel testo francese, serviva con molta probabilità alle colombe come ponte di appoggio prima di spiccare il volo verso l'Africa.

La cosa è confermata anche da una antichissima tradizione orale. In onore della Venere ericina a Trapani il 23 aprile si festeggiava il katagoghia cioè l' inizio della bella stagione, detta «a staciuni», liberando una moltitudine di colombi che si alzavano in volo. La stessa cosa avveniva sul Monte il 25 ottobre con l' anagoghia, con l'entrata cioè dell'autunno. Le due fasi dividevano l'anno in due parti: la primavera-estate e l' autunno-inverno, le quali ci danno il significato di come le stagioni intermedie nella Sicilia occidentale siano quasi indistinguibili.

Dopo questa ricostruzione leggendaria, vi è un lasso di tempo più o meno ampio in cui non si sa più nulla. L' unica cosa certa è che gli Orientali rifabbricarono la Torre che servì a uso di faro.

Secondo il Polizzi e il Marco Augugliaro, storici trapanesi, fu allora che prese la forma ottagonale (meglio ellittica) che tutt'ora conserva.

«Ottagonale, rotonda, anzi ellittica, alta venti canne con otto di diametro, chiusa in quel tempo con mura informa ovale, che distindevasi per lo circuito di canne ottanta».

Così lo descrive il Massa (V. II,pag.430) per cui le successive trasformazioni non influiranno più sulle sue dimensioni esterne.

Così si salta al 1360, quando si hanno notizie che la Colombaia servì per tre giorni come prigione (o anche semplicemente come domicilio) della regina Costanza che doveva andare in sposa a Federico III. Per ordine di Guido da Ventimiglia che temeva che Costanza togliesse a lui la Prefettura di Trapani e al fratello l' amministrazione del Regno, la Regina non fu fatta sbarcare in città.

Successivamente nel 1408 la Colombaia subì modifiche e fu ampliata da Re Martino che fece costruire un pontile per l'arrivo della sua sposa Maria.

Altre modifiche subì su ordine di Carlo V, "Don Ferrante Gonzaga, l' imperial comandante eseguendo, incominciò a seguire fra le fortificazioni di Trapani. [...]" (Pugnatore, Ìbidem).

"Particolarmente vìgile e provvido, anche nei confronti delle fortificazioni della Sicilia, fu Don Ferrante Gonzaga, divenuto viceré di Sicilia all'indomani dell 'impresa di Tunisi, quando si attendeva da un momento all'altro, come si è detto, un rabbioso contrattacco da parte del Barbarossa sulle coste occidentali dell' Isola, specialmente di Trapani, da cui partivano rifornimenti per le forze cristiane operanti in Tunisia" (F.L. Oddo - La Sicilia sotto gli attacchi Barbareschi e Turchi p. 102)

La Storia della Torre

copertina libro

La Colombaia:


Una storia bimillenaria:immagini e cartografie

 

Trapani, per la sua posizione geografica aperta a mare, quasi punta estrema dell'occidente (essa è Capo Boeo), fin dalle origini rappresentava porto naturale appetibile e terra di conquista. Proprio all'imboccatura del porto è situata un'isoletta che per la sua posizione fu considerata di grande importanza strategica, civile e militare. Fu sicuramente per questo che probabilmente fu fatta costruire la prima fortificazione.

La costruzione per motivi militari, viene attribuita ad Amilcare Barca durante la prima guerra punica.

Il cartaginese difatti, conquistò quella che allora poteva essere un villaggio sicano (Trapani), trasformandolo poi in città con delle fortificazioni e circondandolo di mura.

Per popolarla, sembra abbia fatto emigrare molti ericini a valle. (Fardella Giuseppe, Parroco - Annali della Città di Trapani - Ms. 193 - Biblioteca Fardelliana).

Così su quella isoletta o scoglio sorse la prima fortificazione con torre. Il suo nome fu Peliade.

Questa precisazione sul villaggio sicano, fa supporre che Trapani sia nata solo come porto, a valle di Erice, ma comunque postumo a quello sul litorale di Pizzolungo, dove approdò e fu sepolto Anchise, padre di Enea. Oggi anche gli archeologi concordano che la nascita del la città sia avvenuta durante il periodo punico, appunto attorno al porto naturale che serviva ai cartaginesi come base delle loro battaglie.

Nel principio che i Greci e Cartaginesi incominciarono a perseguirsi con armate a vicenda, et [...] che allora i Cartaginesi, vedendo che così «andavano» per tutto l 'occidental mare dell' Isola trascorrendo, com' essi facevano per l' orientale dì quella, edificassero in su i più meridionale dì quei scogli, che alla città di Trapani ci hanno mostrato esser vicini, quell 'antichissima torre che poi [...] fu Colombaia chiamata: affin che ella, col fuoco allumiliatovi sopra, avesse a quelli lor legni, coi quali sovente nel porto di questa città per i loro affari venivano, potuto quasi addetare da lunge i soui vicinissimi scogli che da schivare vi avessero, et il porto insieme, dove, vedendo, ìntrar e sorgere agiatamente potessero".

Questa la descrizione fatta dal Pugnatore (Ms. 256 - Bibl. Fard. TP) dell' origini della Colombaia e aggiunge

"E forse anco allora fu fatta da loro tra' scogli dei suoi fundamenti quella grande e cupa cisterna che oggi (nel XVI sec.) tuttavia dentro all' istessa torre si vede; accio che, mentre l'armate loro in porto ivi stessero, elle avessero quindi potuto provvedere di bon'acque da bere, se non per tutte la gente almeno per le più onorevoli tavole: [...]". Poiché "Non have Trapani altre acque per questo bisogno più prossime, essendo quelle delle private cisterne poco per avventura [...] e basterevoli".

Da ciò traspare chiaramente che fin da tempi remotissimi la città aveva penuria d'acqua e la conoscenza di questa grossa cisterna nella Torre della Colombaia è sicuramente un dato di l'alto che sta a significare la sua origine militare.

Ma il Pugnatore aggiunge che alcuni per accrescere l'antichità della Torre, dicano ch'essa fu costruita ancor prima della venuta dei Cartaginesi, "Ma ancora nell' istesso primo principio di Trapani, tanto per poter quei pochi abitatori, che prima vi venissero, aver quindi vedetta di vasselli nimici, che da lontano venissero, quanto potervisi ancor retirar dentro sicuri da' nitmici di terra". (Ms.256 -Blbl.Fard.TP.).

Ma lo stesso Pugnatore continua questa argomentazione, che comunque afferma, essere opera costruita «Forse più duemila anni». Affermazione fatta verso la fine del XVI sec. in quanto il manoscritto del Pugnatore è datato 1595.

Altre fonti e secondo alcune tradizioni, sarebbe stata costruita dai Troiani fuggitivi i Villabianca, Torri), ma di ciò non si ha alcuno avallo storico plausibile.

Da queste fonti si può quindi azzardare approssimativamente una data che fa risalire la Torre attorno a XXIV secoli fa, anche se nulla di quel tempo rimane.

Successivamente l' isoletta cadde sotto l'assedio romano. Fu il console Numerio Fabio che assediò la città e conquistò Peliade (la Colombaia) in una sola notte, sterminando il presidio cartaginese. Abbandonata, la Torre fu ridotta a nido di colombe.

E dalle colombe trae origine il suo nome attuale. Sembra infatti che secondo alcune fonti, un mito pagano faceva considerare sacre queste colombe alla dea Venere, avente culto per l'appunto sulla vetta ericìna. «Plejades... des colombes du moni Erix, qui se rasseur, blaient sur ce rocher, au moment deleur de part pur l'Afrique» (Gigault pag. 21).

L' isoletta, come si legge nel testo francese, serviva con molta probabilità alle colombe come ponte di appoggio prima di spiccare il volo verso l'Africa.

La cosa è confermata anche da una antichissima tradizione orale. In onore della Venere ericina a Trapani il 23 aprile si festeggiava il katagoghia cioè l' inizio della bella stagione, detta «a staciuni», liberando una moltitudine di colombi che si alzavano in volo. La stessa cosa avveniva sul Monte il 25 ottobre con l' anagoghia, con l'entrata cioè dell'autunno. Le due fasi dividevano l'anno in due parti: la primavera-estate e l' autunno-inverno, le quali ci danno il significato di come le stagioni intermedie nella Sicilia occidentale siano quasi indistinguibili.

Dopo questa ricostruzione leggendaria, vi è un lasso di tempo più o meno ampio in cui non si sa più nulla. L' unica cosa certa è che gli Orientali rifabbricarono la Torre che servì a uso di faro.

Secondo il Polizzi e il Marco Augugliaro, storici trapanesi, fu allora che prese la forma ottagonale (meglio ellittica) che tutt'ora conserva.

«Ottagonale, rotonda, anzi ellittica, alta venti canne con otto di diametro, chiusa in quel tempo con mura informa ovale, che distindevasi per lo circuito di canne ottanta».

Così lo descrive il Massa (V. II,pag.430) per cui le successive trasformazioni non influiranno più sulle sue dimensioni esterne.

Così si salta al 1360, quando si hanno notizie che la Colombaia servì per tre giorni come prigione (o anche semplicemente come domicilio) della regina Costanza che doveva andare in sposa a Federico III. Per ordine di Guido da Ventimiglia che temeva che Costanza togliesse a lui la Prefettura di Trapani e al fratello l' amministrazione del Regno, la Regina non fu fatta sbarcare in città.

Successivamente nel 1408 la Colombaia subì modifiche e fu ampliata da Re Martino che fece costruire un pontile per l'arrivo della sua sposa Maria.

Altre modifiche subì su ordine di Carlo V, "Don Ferrante Gonzaga, l' imperial comandante eseguendo, incominciò a seguire fra le fortificazioni di Trapani. [...]" (Pugnatore, Ìbidem).

"Particolarmente vìgile e provvido, anche nei confronti delle fortificazioni della Sicilia, fu Don Ferrante Gonzaga, divenuto viceré di Sicilia all'indomani dell 'impresa di Tunisi, quando si attendeva da un momento all'altro, come si è detto, un rabbioso contrattacco da parte del Barbarossa sulle coste occidentali dell' Isola, specialmente di Trapani, da cui partivano rifornimenti per le forze cristiane operanti in Tunisia" (F.L. Oddo - La Sicilia sotto gli attacchi Barbareschi e Turchi p. 102)

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