logo-sito

slide-27 slide-20 slide-21 slide-22 slide-23 slide-24 slide-25 slide-26 slide-28 slide-29 slide-30 slider-31 slide-32
slide-22.jpg

Trapani - La Storia




STUDIO DI TRAPANI DALLE ORIGINI AI NOSTRI GIORNI
ITINERARI ARTISTICO CULTURALI

CAPITOLO I

Le Origini

Per ritrovare le origini dell'antica Drépanon bisogna tornare indietro di molti secoli in un periodo dove la storia s'intreccia con la leggenda.
L'enorme laguna si estendeva dai piedi del monte Erice fino a capo S. Teodoro, ed era al riparo verso il Mediterraneo dalle isole Egadi, mentre più a sud vi era un'altra laguna più piccola, lo Stagnone.
Esse erano rese diverse dalla presenza di due importanti fiumi che trasportavano ingenti quantità d'acqua, Xitta e Baiata, oggi trasformati in piccoli torrenti.
La laguna più estesa era costituita da numerosi scogli e isole oggi per la maggior parte scomparse a causa del successivo interramento.
Le più importanti, ancora oggi esistenti erano il Ronciglio, la Calcara, la Colombaia e l'isoletta a forma di falce sulla quale in seguito sorse la città di Trapani.
In questa ultima il suolo era costituito da numerose paludi e acquitrini, con isolotti che emergevano in occasione della bassa marea e, depositi dunali costieri che si estendevano fino a torre di Ligny, il Lazzaretto e la Colombaia.
Il territorio costituiva un ottimo habitat naturale dove, la terra, l'acqua e la vegetazione colpirono l'interesse dei primi abitanti che cominciarono ad edificare ai piedi della montagna.
Il tratto di terra costituiva una naturale base commerciale e marittima che gli antichi Fenici denominarono Barban, che significa ad angolo acuto, e poi chiamata Naumachia, cioè adatto ai combattimenti navali.
L'insolita forma di questo lembo di terra, che gli antichi Greci denominarono Drépanon dall'omonimo termine greco indicante appunto la falce, diede spunto a numerosi miti.
Uno di questi è la leggenda legata a Saturno, essa racconta che la nascita della città si deve alla falce gettata dal Dio dopo averla adoperata contro il padre Urano.
Per altri Trapani nasce dall'amore tra cielo e mare.
LA CITTÀ DI TRAPANI IN SICILIA
Un'altra ancora vuole che la dea delle messi Cerere, sinonimo di fertilità, durante il suo viaggio alla ricerca della figlia Proserpina, perse proprio in questi luoghi la sua falce dalla quale poi scaturì la città di Trapani.
Drèpanon è citata anche nel poema di Virgilio, nel quale egli racconta le avventure di Enea.
La città è indicata come luogo nel quale sbarcò l'eroe troiano accolto pacificamente da Aceste, figlio di Crimiso e di Egesta, e dove morì Anchise, padre di Enea, che venne seppellito sul monte Erice, e successivamente, luogo nel quale Enea ritornò dopo la fuga da Didone per celebrare dei giochi in onore del padre, queste affermazioni sono confermate da un contemporaneo del poeta, lo storico greco Dionigi di Alicarnasso.
Pare che, quando Enea sbarcò con i suoi compagni nelle coste trapanesi già esistesse un piccolo villaggio fondato dagli Elimi come punto di collegamento con la città fortificata sul monte Erice, quindi la formazione del primo nucleo abitativo avvenne prima del 1260 a.C., ovvero prima della caduta di Troia.
Allargando il nostro panorama a tutta la Sicilia possiamo individuare meglio il contesto e il periodo storico in cui nasce la città di Trapani.
I primi abitanti leggendari della Sicilia furono i Ciclopi (o Giganti), essi erano dediti alla pastorizia, Omero infatti li definisce giganteschi pastori, e vivevano come barbari divisi in famiglie, insediati sulla sommità di monti.
Secondo alcuni, essi provenivano dalla Licia ed erano stati in grado di costruire imponenti mura dette appunto ciclopiche.
In seguito ai Ciclopi, che avevano denominato l'isola Trinacria, successero i Sicani che la chiamarono Sicania.
Secondo alcuni i Sicani provenivano dalla penisola Iberica, per altri invece erano una popolazione Italica. I loro villaggi sorgevano su alture, cinte murarie impiegate come difesa contro le invasioni nemiche.
I Sicani furono uno dei primi popoli a dedicarsi all'agricoltura e a vivere secondo il rispetto di leggi, negando le abitudini e lo stile di vita delle popolazioni barbare.
Essi erano divisi in piccoli gruppi indipendenti gli uni dagli altri, all'interno dei quali era eletto un capo.
Secondo Ellenico di Mitilene intorno al 1370 a.C. i Siculi si stabilirono nella parte orientale dell'isola, alla quale diedero il nome attuale di Sicilia.
Non è sicuro se essi s'impadronirono del territorio con la forza oppure, come afferma Diodoro, o ne presero possesso dopo l'abbandono dei Sicani che si allontanarono spaventati dalle continue eruzioni dell'Etna.
La popolazione Sicula si dedicò inoltre al commercio soprattutto del rame che utilizzarono come mezzo di scambio.
Essi vivevano in cima alle montagne in seguito all'esigenza di difendersi dai possibili attacchi nemici, e dalle quali scendevano solo per coltivare i loro campi per poi risalire la sera.
Come testimoniano gli antichi scrittori, i Siculi volevano a tutti i costi imporre il loro dominio anche nella parte occidentale dell'isola, così dopo numerose guerre i due popoli, i Sicani e i Siculi, giunsero ad un trattato di pace con il quale definirono i confini del loro territorio.
Antecedenti ai Siculi, però, nella parte nord-ovest, territorio dei Sicani, si stabilì un altro popolo gli Elimi, che conquistarono il corrispettivo all'attuale provincia di Trapani, fondando Erice e Segesta.
Secondo Dionigi gli Elimi provenivano dall'Italia, secondo altri erano un gruppo etnico nato dall'unione dei troiani con la popolazione sicana, nonostante tutto la maggior parte è d'accordo a far risalire la loro provenienza dalla Troade in Asia.
Possiamo infine distinguere le varie popolazioni che nell'VIII sec, si stanziarono sull'isola: nella parte orientale si trovavano i Siculi, in quella occidentale i Sicani e nella parte nord-ovest del territorio sicano si trovavano i territori elimi.
Certamente l'antica Drépanon nasce come piccolo villaggio per poi diventare una piccola città fortificata nella quale vissero per molti secoli pescatori, marinai, commercianti, artigiani provenienti da diverse popolazioni come gli Elimi che, dopo aver fondato Erice (detta terra degli Elimi) stabilirono il loro villaggio su un promontorio, corrispondente all'attuale rione S. Pietro, per prevenire gli attacchi esterni.
Esso era separato dall'entroterra da un canale navigabile in corrispondenza dell'attuale Piazza Vittorio Emanuele, che metteva in comunicazione il mare di Mezzogiorno con quello di Tramontana.
Oltre agli Elimi probabilmente c'erano gli Ionici che s'insediarono nell'attuale zona dell'Argenteria ai piedi del monte Erice.
A partire dal XII sec. a.C. i Fenici si espansero in tutto il Mediterraneo, commerciando con i popoli con cui entravano in contatto.
Essi non invadevano il territorio, ne' opprimevano le popolazioni che vi trovavano, ma si limitavano a costruire scali navali e grandi mercati.
Essi appresero anche le tecniche della navigazione notturna tanto, che i Greci denominarono “Fenicia” l'Orsa Minore che guidava durante la notte i marinai.
Persa in seguito la loro indipendenza a causa degli Assiri, i Fenici si stabilirono nel Mediterraneo occidentale dove fondarono prima Cartagine nell'814 a.C. e poi giunsero a Trapani tra il XI e il VII sec. a.C., dove si era già stabilito il popolo elimo, con il quale convissero pacificamente, ricavando entrambe le popolazioni grandi benefici: i Fenici trovarono in questo piccolo borgo un posto strategico per i loro scambi commerciali e gli Elimi appresero la tecniche della navigazione, della pesca del tonno, incrementando così i vantaggi economici.
La loro unione fu facilitata da elementi comuni ai due popoli come la provenienza e la pratica del culto divino.
I Fenici rinforzarono il porto, che grazie alla sua posizione geografica non solo fece aumentare i traffici commerciali, ma fu anche un punto di grande importanza strategica sopratutto durante le guerre.
Essi assicurarono in tutto il territorio, per la durata del loro dominio benessere, traffici commerciali, stabilità politica e segnarono l'indipendenza amministrativa da Erice, definendo e ampliando la formazione del piccolo villaggio costruito dagli Elimi, che dopo la colonizzazione contava quasi 500 abitanti.
L'influenza punica fu molto importante per lo sviluppo della piccola città che fu adornata da numerosi monumenti e probabilmente coniò anche una moneta, inoltre in essa fu costruito un efficiente cantiere navale in un luogo chiamato “Terzana” che si trovava nella parte nord-ovest dalla città, esso era in grado di costruire navi molto grandi e soprattutto molto agili.
Fu così che differenziandosi dalle province di Motya, Panormo e Soluto, Trapani pur essendo sotto il controllo cartaginese rimase sempre una città libera.
La sua struttura amministrativa però era molto simile a quella punica con due giudici superiori detti “Sofeti” che insieme ad un senato eletto dal popolo esercitavano il potere esecutivo.
La continua minaccia dell'espansione delle colonie greche portò ad un'alleanza sempre più forte fra Trapani e i cartaginesi che si unirono per difendere il piccolo territorio a forma di falce, numerosi furono infatti gli eventi bellici che si verificarono dal VI sec.
Il più grande nemico dei cartaginesi fu Dionisio che schieratosi dalla parte della Grecia cercò di vendicare le sconfitte subite da questa ad opera di Cartagine, così nel 397 a.C. si mise a capo dell'esercito siracusano con lo scopo di colpire i punti più importanti per i Punici.
Procedendo via terra con un forte esercito si diresse verso Erice e Motya sostenuto dal mare da un ingente flotta. Gli ericini si arresero mentre Motya riuscì a resistere all'attacco.
A causa delle lotte tra greci e cartaginesi, Trapani, che era piazza d'armi, ebbe notevoli fortificazioni, esse erano composte da alte mura di cinta con alte torri semicircolari e a levante dietro la grande torre, la più importante del sistema difensivo, si trovava la porta d'accesso alla città che dava sul profondo fossato con il ponte levatoio, successivamente però questo sistema fu modificato e ampliato dai cartaginesi.
Quando ormai Cartagine aveva sconfitto tutti i possibili nemici incominciò nuovamente ad espandersi occupando gran parte del territorio siculo e controllando la Sardegna, la Corsica, la Spagna meridionale e l'Africa del Nord, ma questa espansione mise in allarme Roma che spinta dal desiderio di espandersi, temette che i cartaginesi si impadronissero dei territori della penisola.
Fu così inevitabile l'inizio di un astio che successivamente portò alla guerra fra i romani e i cartaginesi.
Possiamo dire che il vero fondatore della città di Trapani fu il generale cartaginese Amilcare Barca che in occasione delle ostilità con i romani potenziò le difese della città, poiché essa rappresentava un punto di forza per la difesa punica.
Diodoro Siculo a proposito del generale cartaginese racconta che egli costruì strutture militari all'estremità della laguna come la torre Peliade, attuale Colombaia e il Castello di Terra, inoltre Diodoro parla della distruzione di Erice ad opera del generale e del successivo trasferimento della popolazione nella laguna.
La guerra fra i due popoli scoppiò nel 249 a.C., la città di Trapani divenne punto fondamentale per la difesa cartaginese, così dopo aver rinforzato la difese della città Amilcare sconfisse, proprio in quelle acque, la flotta romana del Console Publio Claudio. Sfruttando la forma a falce e il triangolo costituito da Drèpanon-Erice-Lilibeo il generale uscì con le sue navi dalla parte del Castello della Colombaia (Peliade) e costrinse le navi cheCASTELLO DELLA COLOMBAIA navigavano vicino alla costa a richiamare le restanti, dirette verso il porto, che a causa delle difficili manovre da eseguire rimasero intrappolate dalla flotta fenicia che vinse pienamente la battaglia.
Nonostante le numerose costruzioni apportate alla città dai Fenici, non si può parlare di un vero e proprio insediamento urbano, ma piuttosto di costruzioni sparse all'interno della laguna soprattutto ai piedi del monte Erice.
Inoltre data la divisione irregolare della costa vi erano vari scogli e isolette abitate principalmente da pescatori e soldati a cui era stata affidata la difesa del borgo e i contatti esterni con altre zone della Sicilia e con Cartagine stessa.
Data la fragile struttura del suolo non è stato possibile ritrovare reperti archeologici risalenti a quel periodo, tranne che nella zona del Castello di Terra e della Colombaia, sentinella avanzata del porto.

 

 

 

Trapani - La Storia




STUDIO DI TRAPANI DALLE ORIGINI AI NOSTRI GIORNI
ITINERARI ARTISTICO CULTURALI

CAPITOLO I

Le Origini

Per ritrovare le origini dell'antica Drépanon bisogna tornare indietro di molti secoli in un periodo dove la storia s'intreccia con la leggenda.
L'enorme laguna si estendeva dai piedi del monte Erice fino a capo S. Teodoro, ed era al riparo verso il Mediterraneo dalle isole Egadi, mentre più a sud vi era un'altra laguna più piccola, lo Stagnone.
Esse erano rese diverse dalla presenza di due importanti fiumi che trasportavano ingenti quantità d'acqua, Xitta e Baiata, oggi trasformati in piccoli torrenti.
La laguna più estesa era costituita da numerosi scogli e isole oggi per la maggior parte scomparse a causa del successivo interramento.
Le più importanti, ancora oggi esistenti erano il Ronciglio, la Calcara, la Colombaia e l'isoletta a forma di falce sulla quale in seguito sorse la città di Trapani.
In questa ultima il suolo era costituito da numerose paludi e acquitrini, con isolotti che emergevano in occasione della bassa marea e, depositi dunali costieri che si estendevano fino a torre di Ligny, il Lazzaretto e la Colombaia.
Il territorio costituiva un ottimo habitat naturale dove, la terra, l'acqua e la vegetazione colpirono l'interesse dei primi abitanti che cominciarono ad edificare ai piedi della montagna.
Il tratto di terra costituiva una naturale base commerciale e marittima che gli antichi Fenici denominarono Barban, che significa ad angolo acuto, e poi chiamata Naumachia, cioè adatto ai combattimenti navali.
L'insolita forma di questo lembo di terra, che gli antichi Greci denominarono Drépanon dall'omonimo termine greco indicante appunto la falce, diede spunto a numerosi miti.
Uno di questi è la leggenda legata a Saturno, essa racconta che la nascita della città si deve alla falce gettata dal Dio dopo averla adoperata contro il padre Urano.
Per altri Trapani nasce dall'amore tra cielo e mare.
LA CITTÀ DI TRAPANI IN SICILIA
Un'altra ancora vuole che la dea delle messi Cerere, sinonimo di fertilità, durante il suo viaggio alla ricerca della figlia Proserpina, perse proprio in questi luoghi la sua falce dalla quale poi scaturì la città di Trapani.
Drèpanon è citata anche nel poema di Virgilio, nel quale egli racconta le avventure di Enea.
La città è indicata come luogo nel quale sbarcò l'eroe troiano accolto pacificamente da Aceste, figlio di Crimiso e di Egesta, e dove morì Anchise, padre di Enea, che venne seppellito sul monte Erice, e successivamente, luogo nel quale Enea ritornò dopo la fuga da Didone per celebrare dei giochi in onore del padre, queste affermazioni sono confermate da un contemporaneo del poeta, lo storico greco Dionigi di Alicarnasso.
Pare che, quando Enea sbarcò con i suoi compagni nelle coste trapanesi già esistesse un piccolo villaggio fondato dagli Elimi come punto di collegamento con la città fortificata sul monte Erice, quindi la formazione del primo nucleo abitativo avvenne prima del 1260 a.C., ovvero prima della caduta di Troia.
Allargando il nostro panorama a tutta la Sicilia possiamo individuare meglio il contesto e il periodo storico in cui nasce la città di Trapani.
I primi abitanti leggendari della Sicilia furono i Ciclopi (o Giganti), essi erano dediti alla pastorizia, Omero infatti li definisce giganteschi pastori, e vivevano come barbari divisi in famiglie, insediati sulla sommità di monti.
Secondo alcuni, essi provenivano dalla Licia ed erano stati in grado di costruire imponenti mura dette appunto ciclopiche.
In seguito ai Ciclopi, che avevano denominato l'isola Trinacria, successero i Sicani che la chiamarono Sicania.
Secondo alcuni i Sicani provenivano dalla penisola Iberica, per altri invece erano una popolazione Italica. I loro villaggi sorgevano su alture, cinte murarie impiegate come difesa contro le invasioni nemiche.
I Sicani furono uno dei primi popoli a dedicarsi all'agricoltura e a vivere secondo il rispetto di leggi, negando le abitudini e lo stile di vita delle popolazioni barbare.
Essi erano divisi in piccoli gruppi indipendenti gli uni dagli altri, all'interno dei quali era eletto un capo.
Secondo Ellenico di Mitilene intorno al 1370 a.C. i Siculi si stabilirono nella parte orientale dell'isola, alla quale diedero il nome attuale di Sicilia.
Non è sicuro se essi s'impadronirono del territorio con la forza oppure, come afferma Diodoro, o ne presero possesso dopo l'abbandono dei Sicani che si allontanarono spaventati dalle continue eruzioni dell'Etna.
La popolazione Sicula si dedicò inoltre al commercio soprattutto del rame che utilizzarono come mezzo di scambio.
Essi vivevano in cima alle montagne in seguito all'esigenza di difendersi dai possibili attacchi nemici, e dalle quali scendevano solo per coltivare i loro campi per poi risalire la sera.
Come testimoniano gli antichi scrittori, i Siculi volevano a tutti i costi imporre il loro dominio anche nella parte occidentale dell'isola, così dopo numerose guerre i due popoli, i Sicani e i Siculi, giunsero ad un trattato di pace con il quale definirono i confini del loro territorio.
Antecedenti ai Siculi, però, nella parte nord-ovest, territorio dei Sicani, si stabilì un altro popolo gli Elimi, che conquistarono il corrispettivo all'attuale provincia di Trapani, fondando Erice e Segesta.
Secondo Dionigi gli Elimi provenivano dall'Italia, secondo altri erano un gruppo etnico nato dall'unione dei troiani con la popolazione sicana, nonostante tutto la maggior parte è d'accordo a far risalire la loro provenienza dalla Troade in Asia.
Possiamo infine distinguere le varie popolazioni che nell'VIII sec, si stanziarono sull'isola: nella parte orientale si trovavano i Siculi, in quella occidentale i Sicani e nella parte nord-ovest del territorio sicano si trovavano i territori elimi.
Certamente l'antica Drépanon nasce come piccolo villaggio per poi diventare una piccola città fortificata nella quale vissero per molti secoli pescatori, marinai, commercianti, artigiani provenienti da diverse popolazioni come gli Elimi che, dopo aver fondato Erice (detta terra degli Elimi) stabilirono il loro villaggio su un promontorio, corrispondente all'attuale rione S. Pietro, per prevenire gli attacchi esterni.
Esso era separato dall'entroterra da un canale navigabile in corrispondenza dell'attuale Piazza Vittorio Emanuele, che metteva in comunicazione il mare di Mezzogiorno con quello di Tramontana.
Oltre agli Elimi probabilmente c'erano gli Ionici che s'insediarono nell'attuale zona dell'Argenteria ai piedi del monte Erice.
A partire dal XII sec. a.C. i Fenici si espansero in tutto il Mediterraneo, commerciando con i popoli con cui entravano in contatto.
Essi non invadevano il territorio, ne' opprimevano le popolazioni che vi trovavano, ma si limitavano a costruire scali navali e grandi mercati.
Essi appresero anche le tecniche della navigazione notturna tanto, che i Greci denominarono “Fenicia” l'Orsa Minore che guidava durante la notte i marinai.
Persa in seguito la loro indipendenza a causa degli Assiri, i Fenici si stabilirono nel Mediterraneo occidentale dove fondarono prima Cartagine nell'814 a.C. e poi giunsero a Trapani tra il XI e il VII sec. a.C., dove si era già stabilito il popolo elimo, con il quale convissero pacificamente, ricavando entrambe le popolazioni grandi benefici: i Fenici trovarono in questo piccolo borgo un posto strategico per i loro scambi commerciali e gli Elimi appresero la tecniche della navigazione, della pesca del tonno, incrementando così i vantaggi economici.
La loro unione fu facilitata da elementi comuni ai due popoli come la provenienza e la pratica del culto divino.
I Fenici rinforzarono il porto, che grazie alla sua posizione geografica non solo fece aumentare i traffici commerciali, ma fu anche un punto di grande importanza strategica sopratutto durante le guerre.
Essi assicurarono in tutto il territorio, per la durata del loro dominio benessere, traffici commerciali, stabilità politica e segnarono l'indipendenza amministrativa da Erice, definendo e ampliando la formazione del piccolo villaggio costruito dagli Elimi, che dopo la colonizzazione contava quasi 500 abitanti.
L'influenza punica fu molto importante per lo sviluppo della piccola città che fu adornata da numerosi monumenti e probabilmente coniò anche una moneta, inoltre in essa fu costruito un efficiente cantiere navale in un luogo chiamato “Terzana” che si trovava nella parte nord-ovest dalla città, esso era in grado di costruire navi molto grandi e soprattutto molto agili.
Fu così che differenziandosi dalle province di Motya, Panormo e Soluto, Trapani pur essendo sotto il controllo cartaginese rimase sempre una città libera.
La sua struttura amministrativa però era molto simile a quella punica con due giudici superiori detti “Sofeti” che insieme ad un senato eletto dal popolo esercitavano il potere esecutivo.
La continua minaccia dell'espansione delle colonie greche portò ad un'alleanza sempre più forte fra Trapani e i cartaginesi che si unirono per difendere il piccolo territorio a forma di falce, numerosi furono infatti gli eventi bellici che si verificarono dal VI sec.
Il più grande nemico dei cartaginesi fu Dionisio che schieratosi dalla parte della Grecia cercò di vendicare le sconfitte subite da questa ad opera di Cartagine, così nel 397 a.C. si mise a capo dell'esercito siracusano con lo scopo di colpire i punti più importanti per i Punici.
Procedendo via terra con un forte esercito si diresse verso Erice e Motya sostenuto dal mare da un ingente flotta. Gli ericini si arresero mentre Motya riuscì a resistere all'attacco.
A causa delle lotte tra greci e cartaginesi, Trapani, che era piazza d'armi, ebbe notevoli fortificazioni, esse erano composte da alte mura di cinta con alte torri semicircolari e a levante dietro la grande torre, la più importante del sistema difensivo, si trovava la porta d'accesso alla città che dava sul profondo fossato con il ponte levatoio, successivamente però questo sistema fu modificato e ampliato dai cartaginesi.
Quando ormai Cartagine aveva sconfitto tutti i possibili nemici incominciò nuovamente ad espandersi occupando gran parte del territorio siculo e controllando la Sardegna, la Corsica, la Spagna meridionale e l'Africa del Nord, ma questa espansione mise in allarme Roma che spinta dal desiderio di espandersi, temette che i cartaginesi si impadronissero dei territori della penisola.
Fu così inevitabile l'inizio di un astio che successivamente portò alla guerra fra i romani e i cartaginesi.
Possiamo dire che il vero fondatore della città di Trapani fu il generale cartaginese Amilcare Barca che in occasione delle ostilità con i romani potenziò le difese della città, poiché essa rappresentava un punto di forza per la difesa punica.
Diodoro Siculo a proposito del generale cartaginese racconta che egli costruì strutture militari all'estremità della laguna come la torre Peliade, attuale Colombaia e il Castello di Terra, inoltre Diodoro parla della distruzione di Erice ad opera del generale e del successivo trasferimento della popolazione nella laguna.
La guerra fra i due popoli scoppiò nel 249 a.C., la città di Trapani divenne punto fondamentale per la difesa cartaginese, così dopo aver rinforzato la difese della città Amilcare sconfisse, proprio in quelle acque, la flotta romana del Console Publio Claudio. Sfruttando la forma a falce e il triangolo costituito da Drèpanon-Erice-Lilibeo il generale uscì con le sue navi dalla parte del Castello della Colombaia (Peliade) e costrinse le navi cheCASTELLO DELLA COLOMBAIA navigavano vicino alla costa a richiamare le restanti, dirette verso il porto, che a causa delle difficili manovre da eseguire rimasero intrappolate dalla flotta fenicia che vinse pienamente la battaglia.
Nonostante le numerose costruzioni apportate alla città dai Fenici, non si può parlare di un vero e proprio insediamento urbano, ma piuttosto di costruzioni sparse all'interno della laguna soprattutto ai piedi del monte Erice.
Inoltre data la divisione irregolare della costa vi erano vari scogli e isolette abitate principalmente da pescatori e soldati a cui era stata affidata la difesa del borgo e i contatti esterni con altre zone della Sicilia e con Cartagine stessa.
Data la fragile struttura del suolo non è stato possibile ritrovare reperti archeologici risalenti a quel periodo, tranne che nella zona del Castello di Terra e della Colombaia, sentinella avanzata del porto.

 

 

 

Appello

Possiedi foto, quadri, filmati, documenti o ricordi che riguardano la Colombaia?
Contatta il Luigi Bruno - Presidente dell'Associazione Salviamo la Colombaia - Cell. 339/8002539
oppure invia una segnazione tramite mail dalla pagina dei contatti sul nostro sito.