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Ieri, oggi ...domani

 

Copertina Brochure

La Colombaia:

Ieri, oggi...domani

Questa brochure vuole essere una ulteriore occasione per offrire un servizio alla città mettendo a disposizione notizie sulla Colombaia, una struttura odiata ed amata , che, da secoli a baluardo della nostra città, è finalmente entrata nella disponibilità del patrimonio di Trapani. Il titolo “Ieri, oggi...domani" vuole indicare i “momenti” più salienti che riguardano la sua vita . Con Ieri proponiamo alcune immagini che la ritraggono nel passato, come è stata vista dai disegnatori e dagli storici di quel tempo. Con Oggi l a rappresentazione viene offerta da fotografie scattate durante il suo continuo degrado. Con Domani riportiamo alcune idee che vengono proposte per la sua utilizzazione.

Ma il nostro escursus non ferma la propria attenzione soltanto su questo tipo di immagini: ha voluto dare spazio alla maestrìa di artisti trapanesi che, con le loro opere, hanno visto la Colombaia così come è oggi.

 

Antica Mappa di Trapani


Città di Trapani

Il Sindaco

Sindaco di Trapani - Conferenza sulla ColombaiaLa Colombaia è uno dei simboli della nostra Città. Un simbolo che versa da decenni in stato di abbandono. Purtroppo la valorizza- zione dei nostri tesori ed il recupero della nostra storia sono stati spesso persi di vista, probabilmente per fare spazio ad altre emergenze del territorio.Non credo però che un popolo che vuole crescere possa permettersi di dimenticare la propria storia, perché sarebbe come costruire una casa senza le fondamenta.Sulla base di queste riflessioni, si è impostata la politica dell’Amministrazione Comunale, relativa al recupero del patrimonio storico ed architettonico del territorio. C’erano però diverse questioni da risolvere, relative alle proprietà dei beni. La Colombaia appartiene allo Stato. Il Comune non avrebbe avuto dunque alcuna possibilità di intervento in un bene non suo. Per potere intervenire era necessario richiedere l’avvio della procedura di sdemanializzazione. Cosa che è stata puntualmente fatta. E’ stato – e continua ad essere – un percorso lungo e complesso. Il Comune ha avanzato la richiesta, formalizzata nel corso di una conferenza di servizi. A processo avviato, però, la Regione Siciliana aveva avanzato il proprio interessamento nei confronti della Colombaia, bloccando di fatto l’iter burocratico. Solo da qualche settimana la Regione ha formalizzato il nulla osta affinché la Colombaia venga assegnata al Comune di Trapani. Il processo di sdemanializzazione può così riprendere. Mi auguro che i tempi saranno ragionevolmente brevi. Solo dopo si potrà parlare di futuro, partendo comunque da una necessità, quella di recuperare il monumento, che versa in grave stato di degrado.Cosa faremo della Colombaia, qualora venisse assegnata al Comune di Trapani, è presto per dirlo. Su una cosa sento di potermi impegnare: la Colombaia è dei trapanesi e non sarà ad essa sottratta. Qualsiasi ipotesi di utilizzo sarà condizionata dalla fruizione pubblica.

Avv. Girolamo Fazio

Plan de la Ville de Trapano


 

La Colombaia - La Storia

Trapani, per la sua posizione geografica aperta al mare, quasi punta estrema dell’occidente siciliano, (essa è Capo Boeo), fin dalle origini rappresentava porto naturale appetibile e terra di conquista. Proprio all’imboccatura del porto è situata un’isoletta che per la sua posizione fu considerata di grande importanza strategica, civile e militare. Fu sicuramente per questo che probabilmente fu fatta costruire la prima fortificazione.

La costruzione per motivi militari, viene attribuita ad Amilcare Barca durante la prima guerra punica. Il cartaginese difatti, conquistò quello che allora poteva essere un villaggio sicano (Trapani), trasformandolo poi i città con delle fortificazioni e circondandolo di mura.
Diodoro Siculo
Biblioteca Storica volgarizzata dal Cav. Compagnoni. Palermo presso la tipografia dei soci librai Pedone e Muratori 1831.

Lib. V cap. XXXII Lib. 13: “Amilcare cartaginese communì Drenano, vi stabilì la città, e trasferitivi gli ericini diroccò Erice”.

Per popolarla, sembra abbia fatto emigrare molti ericini a valle ( Fardella Giuseppe, ParrocoAnnali della Citttà di Trapani– Ms. 193—Biblioteca Fardelliana).Così su quella isoletta o scoglio sorse la prima fortificazione con torre. Il suo nome fu Peliade.

Questa precisazione sul “villaggio sicano”, fa supporre che Trapani sia nata solo come porto, a valle di Erice, ma comunque postumo a quello sul litorale di Pizzolungo, dove approdò e fu sepolto Anchise, padre di Enea. Oggi anche gli archeologi concordano che la nascita della città sia avvenuta durante il periodo punico, appunto attorno al porto naturale che serviva ai Carteginesi come base delle loro battaglie, anche se il suo primo nome, Camisene, è prettamente di origine fenicio.

Altre fonti e secondo alcune tradizioni, sarebbe stata costruita dai Troiani fuggitivi: Torre e fortezza edificata sopra un’isoletta o più tosto scoglio, che sta sula boca del porto di Trapani pel mezzodì. Ella è di fabbrica ottagonale rotonda, e di tanta antichità ricolma, quanto che credasi struttura de’ lontani Troiani venuti con Enea in Sicilia. Altri però la vogliono edificata da’ Cartaginesi, ma in tanto, per antichità così enorme che di sé vanta, corre il rpverbio di tenere chi è vecchio gli anni della Colombara di Trapani. Il Vicerè Giovanni De Vega, che fiorì nel 1547, fu colui che, aggiungendo alla torre nuove muraglie e validi baluardi, la ridusse in forte munito castello di stimarsi quasi inespugnabile. Il nome Colomara lo deriva ella dalle colombe, chetagli gentili venivano dedicate a Venere, venerata sebben lontana tale deità sul monte Erice. In questo scoglio e castello in mare relegati vengono dal Governo ordinariamente tutti quei rei, che di gravi delitti vergognosi e conviti debbon ivi penali giorni (3). L’isolami Maretimo, la fossa di S.Catarina dell’isola di Favegnana e lo scoglio della Colombara di Trapani sono luoghi di esiglio più terribili che si fan provare a’ delinquenti. Francesco Maria Emanuele e Castani—Torri di guardia dei litorali della Sicilia—Edizioni Giada 1986, tratto dl Ms. Qq.E.97 conservato nella Biblioteca Comunale di Palermo e datato 1797.

Da queste fonti si può quindi azzardare approssimativamente una data che fa risalire la Torre, o meglio, quello che vi era prima, attorno XXIV secoli fa, anche se nulla rimane di quel tempo. Successivamente l’isoletta cadde sotto l’assedio romano. Fu il console Numerio Fabio che assediò la città e conquistò Peliade (la Colombaia) in una sola notte, sterminando il presidio cartaginese. Abbandonata, la Torre fu ridotta a nido di colombe. E dalle colombe trae origine il suo nome attuale. Sembra infatti che secondo alcune fonti, un mito pagano faceva considerare sacre queste colombe alla dea Venere, avente culto per l’appunto sulla vetta ericina. “ Plejades….des colombes du mont Erix, qui se rasseur, blaient su ce rocher, au moment deleur de part pur l’Afrique” (Gigault pag. 21)
Così si salta al 1360, quando si hanno notizie che la Colombara servì per tre giorni come prigione ( o anche semplicemente come domicilio) della regina Costanza che doveva andare in sposa a Federico III. Per ordine di Guido da Ventimiglia che temeva che Costanza togliesse a lui la Prefettura di Trapani al fratello l’amministratore del Regno, la Regina non fu fatta sbarcare in città.

Successivamente nel 1408 la Colombaia subì modifiche e fu ampliata da Re Martino che fece costruire un pontile per l’arrivo della sua sposa Maria.

Altre modifiche subì su ordine di Carlo V, “Don Ferrante Gonzaga, l’imperial comandante eseguendo, incominciò a seguire fra le fortificazioni di Trapani (…)” (Pugnato, Ibidem).“Particolarmente vigile e provvido, anche nei confronti delle fortificazioni della Sicilia, fu Don Ferrante Gonzaga, divenuto Vicerè di Sicilia all’indomani dell’impresa di Tunisi, quando si attendeva da un momento all’altro, come si è detto, un rabioso contrattacco da parte del Barbarossa sulle coste occidentali dell’Isola, specialmente di Trapani, da cui partivano rifornimenti per le forze cristiane operanti in Tunisia(F.L.Oddo—La Sicilia sotto gli attacchi Barbareschi e Turchi p. 102).

Il quattrocento comunque, aveva visto un crescendo della pirateria barbaresca fino a divenire un fatto endemico. Fu comunque necessario un’opera di bastionamento delle città siciliane. S’avvalsero così di ingegneri militari esperti nella tecnica d’assedio dei Turchi, della Repubblica Veneta e dei Cavalieri di San Giovanni.

Il quattrocento comunque, aveva visto un crescendo della pirateria barbaresca fino a divenire un fatto endemico. Fu comunque necessario un’opera di bastionamento delle città siciliane. S’avvalsero così di ingegneri militari esperti nella tecnica d’assedio dei Turchi, della Repubblica Veneta e dei Cavalieri di San Giovanni.

Nel 1586, il Castello, subì ANCORA INGRANDIMENTI E TRASFORMAZIONI. Questa volta su progetto dell’architetto fiorentino Camillo Camilliani, sotto il regno di Filippo ’Austria (I di Sicilia e II di Spagna).

Le ultime trasformazioni le subì le XVII secolo, quando essendo la Sicilia in pericolo per una invasione turca, il Castello fu rafforzato da parte del Vicerè, Don Claudio Lamoraldo, Principe Lignè, che ne aveva ricevuto l’ordine da parte del Parlamento siciliano (1670).Sul muro esterno, lato maestro della Colombaia, si può leggere ancora la lapide fatta affiggere nel 1671 dal Principe Lignè, ed identica a quella posta nella vicina torre fatta edificare dallo stesso principe e di cuit tuttora porta il nome.

Dagli archivi spagnoli di Simancas (vedi Guidoni Marino “Urbanistica e Disegni” e Giuffrè Castelli”, nel XVI secolo la rifondazione della piazzaforte fu affidata agli architetti Fratino, Brancazio, Scipione Campi e Antonio del Nobile, e nel XVII secolo a Carlo De Grunemberg. Si deve proprio a quest’ultimo il progetto della fortificazione dalla parte di terra in aggiunta alla cinta bastionata cinque-seicentesca

.“Il Castello (immeritatamente da Samon “tenuto per una delle principali fortezze di questo regno”, ma per il tecnico Campi degno invece di essere demolito) nello stesso manoscritto spagnolo sopra citato risulta avere avuto quattro altissimi torrioni, che ritroviamo nella pianta disegnata da Francesco Negro e che oggi rimangono solo in parte. Sono invece del tutto scomparsi i poderosi baluardi che cingevano d’intorno il monumento”.

Così si trova scritto a pag. 204 de “Il libro delle Torri” di Salvatore Mazzarella e Renato Zanca, studiosi di fortezze e castelli.

A partire dal 1849 la Colombaia fu adibita a carcere e solo da alcuni decenni definitivamente abbandonata. Da ricordare che tra il 1849 ed il 1860 al castello furono rinchiusi alcuni dei più noti patrioti del Risorgimento, quali Michele Fardella di Mokarta, che successivamente prese parte alla battaglia di Calatafimi.

Alberto Costantino


IL MONUMENTO

Nell’anno 1979 abbiamo iniziato una ricerca tecnologica di tutte le opere del centro storico della città di Trapani con lo scopo di contribuire, per quanto c’era possibile, a tramandare nella storia esperienze di metodo tecnologico usato per altri scopi in altri tempi e di riuscire a sensibilizzare gli organi competenti affinché si decidessero ad investire quei capitali necessari alla conservazione d’opere che i nostri avi ci hanno tramandato e che la nostra incuria e indifferenza, oltre al logorio naturale degli anni, stavano e sta portando alla rovina, facendo sì che queste opere non siano solo un privilegio della nostra epoca, ma siano tramandate alle generazioni future.

Una delle tante opere analizzate che, oltre ad essere un simbolo della città di Trapani, racchiude nella sua misteriosa origine anche quella di noi Trapanesi, è il castello di mare oggi noto con il nome di “COLOMBAIA”.

L’opera monumentale sorge su un’isoletta posta davanti al porto di Trapani il cui nome originario era “PELIADE”, nome fatto risalire alla forma alquanto inusuale degli scogli piccoli e sottili che la circondavano tanto da dare l’idea di tanti peli raggruppati.

Se le origini di Trapani sono avvolte dalla leggenda non diversamente, si può dire della “COLOMBAIA”. Molte sono le versioni che, i diversi autori d’epoche remote ci danno, ma noi che tentiamo di dare una versione più vicina alla verità, ci troviamo in grave imbarazzo, non essendo in possesso di documenti e fatti reali, che ci possano fare affermare di essere nel giusto.

Pertanto siamo costretti a darne solo una versione ricavata dalle concordanze che si riscontrano in alcuni autori e che noi abbiamo preso attentamente in considerazione nel confrontarci con la realtà esistente sui luoghi.

RIFERIMENTI STORICI

Si è a conoscenza d’alcune date significative, ai fini di una attenta lettura del manufatto, che qui di seguito vengono riportate:

La prima costruzione, una torre faro, fu eseguita, (secondo alcuni storici) 480 anni prima della nascita di Cristo, dai Trapanesi che si allearono con i Cartaginesi nella guerra contro i Greci “SICILIOTI” il cui compito era quello di creare un punto di riferimento alle navi Cartaginesi.

- Verso l’anno 260 A. C. durante la prima guerra punica, Amilcare Barca vi fece costruire una torre e una caserma militare in sostituzione del faro preesistente.

- Nel 249 A. C. i Romani guidati dal console P. Claudio Pulcro entrarono in possesso della fortezza per un breve periodo. I Cartaginesi guidati da Aderbale riconquistarono la fortezza.

- Nel 241 A. C., dopo la vittoriosa battaglia delle Egadi, cadde in mano ai Romani, ai quali rimase fino all’invasione dei vandali.

Dalle fabbriche, accresciute, riformate, costruite in epoche posteriori, non si hanno precise documentazioni, ma si nota chiaramente, la mano moderna innestata sull’antico.

- Nel 1076, Il Conte Ruggiero, una volta riuscito nell’intendo di conquistare Trapani , ne migliorò le fortificazioni e recuperò la “COLOMBAIA”.

- Nel 1360 giunse dalla Catalogna la Regina Costanza, moglie di Federico Ventimiglia, che sbarcò alla “COLOMBAIA” ove prese dimora.

- Nel 1408 essendo divenuto Re Martino I°, per suo ordine, le fabbriche della “COLOMBAIA” furono messe a nuovo.

- Regnando Filippo III Re di Spagna e di Sicilia durane la guerra scoppiata nel suo regno la “COLOMBAIA” è stata ristrutturata e maggiormente armata.

- Nel 1671 regnando Carlo II d’Austria, fu costruita, in aggiunta alla torre e all’ellisse, la batteria inferiore che guarda il porto.

- Nel mese di Maggio del 1965, con la costruzione delle nuove carceri di San Giuliano, tutti i detenuti furono trasferiti nella nuova sede e la “COLOMBAIA ritornò ad essere quel luogo d’abbandono e solitudine che fu una delle prerogative della sua lunga esistenza.

 

ANALISI STORICO-STRUTTURALE DELL’ESISTENTE

Il castello, che sorge sull’isolotto, offre la facciata più piccola a chi l’osserva dal porto, dando la sensazione di una roccaforte più che un grandioso complesso.

Colui che si accinge a visitarlo, man mano che si avvicina si rende conto di quanto sia imponente l’opera ivi edificata, e delle grandi trasformazioni subite nel corso dei secoli.

Pianta della Colombaia

Il giro attorno alla fortezza si può fare solo con un’imbarcazione, poiché essa è circondata per metà (ad Est) da una fascia di terra e la parte rimanente dalle acque del Mediterraneo.Un antico manoscritto che non si può garantire in vero d’autenticità, riporta che:“ la prima costruzione fosse stata di forma ottagona alta canne venti, con otto di diametro, e che fosse stata recintata di un muro di forma ellittica sul declivio del greppo”

Antica Stampa del 1200

Da accurata analisi e attenta ricerca sul luogo è risultato difficile individuare la esatta ubicazione della suddetta torre in quanto dall’attuale, di forma ottagona, si può chiaramente vedere che la sua costruzione non ha un’età così vetusta, almeno per le parti oggi apprezzabili, ma la si può collocare in un intervallo di tempo che và dal 1000 al 1500.

Nell’ala sinistra del complesso esiste, semi assorbita dall’ellisse, un’altra torre. Dalle sue caratteristiche si può formulare che l’impianto originario era di forma esagonale, e la costruzione oggi apprezzabile può essere databile attorno al 1000 per il piano terra, mentre dal primo livello in poi, appare rifatta completamente nell’intorno del 1500.

Al centro delle due torri, collegati da una muratura di forma ellittica, troviamo il portone d’accesso che è raggiungibile tramite una scalinata che consta di 19 gradini, rivestiti di calcare bianco-grigiastro che consentono il raggiungimento di una quota di circa 4,00 metri.

La parete su cui si trova detto portone comprende inoltre tre finestre ad arco acuto, risalenti presumibilmente al periodo Spagnolo e, realizzate in conci di tufo ben sagomate, uno stemma rappresentante uno scudo sormontato da corona e da elmo con aquila fiancheggiato da due angioletti anch’essi coronati e di una caditoia posta sopra il portone d’ingresso.

Varcata la soglia ci troviamo in un piccolo ambiente avente due porte, quella di destra conduce in un piccola armeria , mentre quella di sinistra immette in un disimpegno ove è possibile scegliere fra due percorsi che stanno davanti e a sinistra del visitatore.

Questi percorsi sono gli unici che ci consentono di visitare tutto il complesso che consta di due corpi di fabbrica costruiti in epoca diversa.


Il percorso che si snoda davanti al visitatore porta all’ala destra (quella più anti- ca di forma ellittica) che si articola attorno ad un cortile raggiungibile dopo aver superato un ambiente di costruzione non molto antica la cui soffitta è crollata, esso conserva in una delle sue pareti una lapide avente due stemmi ai suoi lati che ricorda:

Lapide su parete ala destra Torre

REGNANTE PHILIPPO III REGE HISPANIARUM

UTRIUSQ SICILIAE ETC

ILLUSTRISS ET EXCELLENTISS D D IOANNIS FERNANDEZ

DE PACECO EQUITIS AURATI MARCHIONIS VILLENAE

DUCIS ESCALONAE COMITIS SANCTI STEPHANI GORMA E

ET XICHENAE DITIONIUM BELLIMONTIS ALARCONIS ET

ALUMBRIUM IN REGNU MURSIAE DOMINI PROREG ET

CAPITGEN REGNI SECURITATEM ET INCURSUS HOSTIUM

PROPULSANDOS INCUMBENTIS PROVIDENTIA DELEGATIONE

D PETRUS SPINOLA EQUES ORD ALCANTARAE ABELLIS

CONSILIARIUS MAGISTER PORTULANUS INTEGERR

ET PRAE BELLO IN HOC REGNO EUSDEM AUCTORITATE

ARMORUM DVX STRENUUS

ARCEM HANC COLUMBARIAM PONTE PROPUGNACULIS

MUNIENDAM CURAVIT

ANNO SALUTIS ………

 

La cui traduzione è la seguente:

“ REGNANDO FILIPPO III RE DI SPAGNA E DI SICILIA, L’ILLUSTRE ED ECCELLENTE GIOVANNI DI PACECO, CAVALIERE DELL’AUREO MARCHESATO DI VIGLIENA, COMPAGNO DEL CAPITANO DI ESCALONA, DI SANTO STEFANO, DI GORMA E DI SICHENO E DEI PIU’ RICCHI BELLIMONTE ALARCONE E ALUMBRIO …………….. NEL REGNO DI SICILIA IN OBBEDIENZA A DIO E ALLA CATTOLICA MAESTA’ CURO’ LA SICUREZZA DEL REGNO RESPINGENDO L’INCURSIONE DEI NEMICI INCOMBENTI. D. PIETRO SPINOLA, CAVALIERE DELL’ORDINE DELL’ALCANTARA, CONSIGLIERE, MAESTRO, PORTULANO INTEGERRIMO, A CAUSA DELLA GUERRA IN QUESTO REGNO, CAPITANO VALOROSO NELL’AUTORITA’ DELLE ARMI, MUNI’ QUESTA TORRE COLOMBAIA DI UN PROPUGNACOLO DI DIFESA. ANNO DELLA SALVEZZA …………………”

 

Da quest’ambiente è possibile accedere ai piani superiori tramite una scala o andare al cortile, superando una porta con portale in travertino.

Al piano terra, visitando quelle che furono le celle, situate sul lato sinistro del cortile, si nota nelle pareti, che per eccessiva umidità, hanno perso l’intonaco, l’uso di materiali diversi che ci consentono di distinguere l’originale dalle superfetazioni. Queste celle ( se ne contano sette) sono piccole, basse molto umide e si affacciano sul mare tramite una piccola finestra. Esse contengono un vaso alla turca, una volta schermato da un muretto basso.

Sul lato destro è possibile notare tre pareti della torre ottagonale e quello che fu un unico grande vano ora risulta essere diviso in tre ambienti.

 

Di fronte a noi è possibile notare sulla destra, una piccola chiesetta, il cui interno è completamente devastato, una grande cella e una scala alla trapanese che consente l’accesso al piano superiore.

I due piani soprastanti ospitarono nel tempo celle per i detenuti al P.I° e locali infermerie, comandante e guardia al P.II°.

 

Per visitare la seconda ala del castello bisogna scegliere il percorso di sinistra al PT. La prima cosa che si nota è un ambiente adibito a parlatorio da cui si diparte un lungo tunnel che attraversa tutto il terrapieno della parte ellittica dell’antica costruzione.

Tramite una scala si accede alla parte bassa del castello di costruzione spagnola come testimoniato da una lapide posta all’esterno delle mura che ricorda:

 

Lapide sulla posta allesterno delle mura

AUSPICIIS CAROLI SECUNDI

HISPANIARUM ET SICILIAE REGIS

MARIAE ANNAE REGINAE GUBERNATRICIS

CLAUDIUS LA MOTALDUS PRINCEPS DE LIGNE DAMBLIZI

ET SACRI ROMANI IMPERII SOVERANUS DE FAGNOLLES

S. SICILIAE PROREX VIGILANTISSIMUS

ISTIUS REGNI SECURITATI HOC PROPUGNACULUM

EREXIT

MDCLXXI

 

La cui traduzione è la seguente:

CON GLI AUSPICI DI CARLO II, RE DI SPAGNA E DELLA SICILIA E PER LE LODI DI MARIA ANNA REGINA E GOVERNATRICE IL PRINCIPE MONTALDO DI LIGNY E DEL SACRO ROMANO IMPERO, ATTENTISSIMO,ERESSE QUESTO BALUARDO VICINO ALLA SICILIA, PER LA SICUREZZA DI QUESTO REGNO.

Si accede al cortile della suddetta costruzione dopo aver superato una porta avente mostre in travertino. Su questo cortile si affacciano oltre ad una piccola chiesa a forma triangolare, cinque celle, un locale cucina le docce e le pilozze per lavare la biancheria.

La torre di forma ottagonale è stata di recente consolidata e ristrutturata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali che ha sostituito i solai intermedi con del tavolato leggero ed ha eliminato alcune lesioni della volta di copertura dell’ultimo livello.Questo ha, infatti, una copertura del tipo volta stellare costolonata con le nervature che si dipartono da ogni angolo dell’ottagono e convergono al centro di esso.

Arch. Giuseppe Maltese

Arch. Andrea D'Amico

Volta di copertura


 

La Colombaia: Ieri

Una carrellata di cartoline, stampe, disegni e documenti d' epoca

 

 
 

 


La Colombaia: Oggi

Una carrellata di foto che mostrano lo stato attuale della Torre

 

 

 

 

La Colombaia: Domani

Non conosciamo a tutt’oggi il destino della Colombaia.
C’è tanta buona volontà e tanto desiderio di farla assurgere a grandi valori culturali e turistici e di riscattarla dal suo più che ventennale abbandono.
Con questa parte della brochure lasciamo aperto lo spazio ad alcune possibilità, progetti, e proposte di utilizzazione ed alla realizzazione di tanti sogni, senza perdere di vista la libera fruizione di tale immobile.

Progetto Caronte

Un progetto
Architetti Costanzo, La Commare e Romano

Inquadramento del Progetto

Il Progetto è inquadrato in un programma strategico di sviluppo per il centro storico di Trapani.
Tale Programma inizialmente con l’obiettivo di innalzare il livello di fruibilità, l’offerta di infrastrutture di attività e servizi di questa parte del territorio comunale in occasione della Louis Vuitton’s cup act 8/9 svoltasi a Trapani dal 28/09 al 9/10 2005.
In seguito si sono usate le caratteristiche di dinamica adattabilità del programma per renderlo aderente ad un futuro che inquadra trapani tra le mete-ospiti preferenziali per manifestazioni similari.

Obbiettivi del Programma:

  • sfruttamento delle potenzialità del territorio trapanese offerte non solo dalle bellezze naturali e paesaggistiche, ma anche dalle Identità storiche di parti del territorio o di singoli elementi, nonché dall’intangibile Urbano (risorse umane, patrimonio culturale).
  • l’identificazione di soggetti pubblici (amministrazioni) e privati (Enti, associazioni, singoli) e l’assegnazione ad essi di ruoli specifici derivanti da capacità proprie e da una concertazione pregressa, così da poterli far contribuire allo sviluppo tramite l’investimento di risorse economiche o umane, di know-how, di servizi).
  • l’ innesco di processi di sviluppo autosostenibili tramite la cooperazione all’interno di reti tematiche (Storico-culturale, ecologica, innovazione tecnologica, amministrativa e di rappresentanza).

Ambito del Progetto

Il sito del progetto è lo specchio d’acqua compreso tra il Lazzaretto e la Colombaia nella zona del porto peschereccio proprio nella parte terminale della “Falce Trapanese”.
Intanto il progetto auspica un uso funzionale per questi due manufatti rispettivamente di museo per le attività marinare da allocare presso il “lazzaretto” e di centro per attività ludico-culturali-ricreative diurno e notturno per l’sola della Colombaia.


Il Progetto “Caronte”

Il progetto di un attraversamento di questo specchio d’acqua nasce dall’esigenza di un legame tra l’isola e il centro storico, per incentivarne il recupero e la fruizione della prima , ma soprattutto, per rendere possibile un vicendevole e innegabile scambio di opportunità di sviluppo, fino ad oggi per troppo tempo negato.
Il sistema di attraversamento è stato ideato per assolvere a tre obbiettivi prevalenti:

  • Evitare di snaturare il sito, mantenendo l’identità di “Isola” della colombaia, cosa che si sarebbe persa nell’opzione della realizzazione dell’attraversamento tramite ponte.-
  • Lasciare transitabile lo specchio d’acqua alle piccole imbarcazioni.
  • Avere un impatto ambientale pressoché nullo.

L’attraversamento viene quindi realizzato tramite un’”ovovia” composta da due cabine ovoidali con pareti quasi totalmente vetrate, di capacità adeguata per 20 persone che si muovono su cavi colleganti l’interno del lazzaretto con l’interno della colombaia.
In questo tragitto di circa 250 m le cabine si appoggiano sullo specchio d’acqua, percorrendo la parte centrale del tragitto in condizioni di galleggiamento, in oltre ciascuna cabina effettua una rotazione di 180 gradi intorno al proprio asse per rendere maggiormente suggestiva la percezione del panorama circostante.


Nell'Arte

"Anche l’arte, coinvolta in questa magica atmosfera, coglie l’occasione per esprimere il suo pensiero sulla Colombaia, antico castello, sorto come guardiano della città di Trapani.Artisti silenziosi, all’ombra di ogni tumultuoso rombo del tempo, con la loro creatività hanno saputo imprimere sulle loro tele quel tocco che solo un attento osservatore può percepire, cercando di scoprire la coscienza di una struttura che da secoli si è imposta sul vivere quotidiano della città.
I colori, le forme, gli irraggiungibili fasci di luci provenienti dal lontano orizzonte, che contornano la Colombaia, mostrano un aspetto unico che scaturisce dal pennello degli artisti.
Un momento intenso, pieno di valori che fermano il tempo e che protendono verso un roseo futuro".

Baldo Ingrassia

 

La pubblicazione di questa brochure nel nostro sito è stata autorizzata dal Presidente dell' Associazione Salviamo la Colombaia, Rag. Luigi Bruno. Tutto il materiale pubblicato(foto, stampe testi ed opere) appartiene ai legittimi proprietari.

 

Ieri, oggi ...domani

 

Copertina Brochure

La Colombaia:

Ieri, oggi...domani

Questa brochure vuole essere una ulteriore occasione per offrire un servizio alla città mettendo a disposizione notizie sulla Colombaia, una struttura odiata ed amata , che, da secoli a baluardo della nostra città, è finalmente entrata nella disponibilità del patrimonio di Trapani. Il titolo “Ieri, oggi...domani" vuole indicare i “momenti” più salienti che riguardano la sua vita . Con Ieri proponiamo alcune immagini che la ritraggono nel passato, come è stata vista dai disegnatori e dagli storici di quel tempo. Con Oggi l a rappresentazione viene offerta da fotografie scattate durante il suo continuo degrado. Con Domani riportiamo alcune idee che vengono proposte per la sua utilizzazione.

Ma il nostro escursus non ferma la propria attenzione soltanto su questo tipo di immagini: ha voluto dare spazio alla maestrìa di artisti trapanesi che, con le loro opere, hanno visto la Colombaia così come è oggi.

 

Antica Mappa di Trapani


Città di Trapani

Il Sindaco

Sindaco di Trapani - Conferenza sulla ColombaiaLa Colombaia è uno dei simboli della nostra Città. Un simbolo che versa da decenni in stato di abbandono. Purtroppo la valorizza- zione dei nostri tesori ed il recupero della nostra storia sono stati spesso persi di vista, probabilmente per fare spazio ad altre emergenze del territorio.Non credo però che un popolo che vuole crescere possa permettersi di dimenticare la propria storia, perché sarebbe come costruire una casa senza le fondamenta.Sulla base di queste riflessioni, si è impostata la politica dell’Amministrazione Comunale, relativa al recupero del patrimonio storico ed architettonico del territorio. C’erano però diverse questioni da risolvere, relative alle proprietà dei beni. La Colombaia appartiene allo Stato. Il Comune non avrebbe avuto dunque alcuna possibilità di intervento in un bene non suo. Per potere intervenire era necessario richiedere l’avvio della procedura di sdemanializzazione. Cosa che è stata puntualmente fatta. E’ stato – e continua ad essere – un percorso lungo e complesso. Il Comune ha avanzato la richiesta, formalizzata nel corso di una conferenza di servizi. A processo avviato, però, la Regione Siciliana aveva avanzato il proprio interessamento nei confronti della Colombaia, bloccando di fatto l’iter burocratico. Solo da qualche settimana la Regione ha formalizzato il nulla osta affinché la Colombaia venga assegnata al Comune di Trapani. Il processo di sdemanializzazione può così riprendere. Mi auguro che i tempi saranno ragionevolmente brevi. Solo dopo si potrà parlare di futuro, partendo comunque da una necessità, quella di recuperare il monumento, che versa in grave stato di degrado.Cosa faremo della Colombaia, qualora venisse assegnata al Comune di Trapani, è presto per dirlo. Su una cosa sento di potermi impegnare: la Colombaia è dei trapanesi e non sarà ad essa sottratta. Qualsiasi ipotesi di utilizzo sarà condizionata dalla fruizione pubblica.

Avv. Girolamo Fazio

Plan de la Ville de Trapano


 

La Colombaia - La Storia

Trapani, per la sua posizione geografica aperta al mare, quasi punta estrema dell’occidente siciliano, (essa è Capo Boeo), fin dalle origini rappresentava porto naturale appetibile e terra di conquista. Proprio all’imboccatura del porto è situata un’isoletta che per la sua posizione fu considerata di grande importanza strategica, civile e militare. Fu sicuramente per questo che probabilmente fu fatta costruire la prima fortificazione.

La costruzione per motivi militari, viene attribuita ad Amilcare Barca durante la prima guerra punica. Il cartaginese difatti, conquistò quello che allora poteva essere un villaggio sicano (Trapani), trasformandolo poi i città con delle fortificazioni e circondandolo di mura.
Diodoro Siculo
Biblioteca Storica volgarizzata dal Cav. Compagnoni. Palermo presso la tipografia dei soci librai Pedone e Muratori 1831.

Lib. V cap. XXXII Lib. 13: “Amilcare cartaginese communì Drenano, vi stabilì la città, e trasferitivi gli ericini diroccò Erice”.

Per popolarla, sembra abbia fatto emigrare molti ericini a valle ( Fardella Giuseppe, ParrocoAnnali della Citttà di Trapani– Ms. 193—Biblioteca Fardelliana).Così su quella isoletta o scoglio sorse la prima fortificazione con torre. Il suo nome fu Peliade.

Questa precisazione sul “villaggio sicano”, fa supporre che Trapani sia nata solo come porto, a valle di Erice, ma comunque postumo a quello sul litorale di Pizzolungo, dove approdò e fu sepolto Anchise, padre di Enea. Oggi anche gli archeologi concordano che la nascita della città sia avvenuta durante il periodo punico, appunto attorno al porto naturale che serviva ai Carteginesi come base delle loro battaglie, anche se il suo primo nome, Camisene, è prettamente di origine fenicio.

Altre fonti e secondo alcune tradizioni, sarebbe stata costruita dai Troiani fuggitivi: Torre e fortezza edificata sopra un’isoletta o più tosto scoglio, che sta sula boca del porto di Trapani pel mezzodì. Ella è di fabbrica ottagonale rotonda, e di tanta antichità ricolma, quanto che credasi struttura de’ lontani Troiani venuti con Enea in Sicilia. Altri però la vogliono edificata da’ Cartaginesi, ma in tanto, per antichità così enorme che di sé vanta, corre il rpverbio di tenere chi è vecchio gli anni della Colombara di Trapani. Il Vicerè Giovanni De Vega, che fiorì nel 1547, fu colui che, aggiungendo alla torre nuove muraglie e validi baluardi, la ridusse in forte munito castello di stimarsi quasi inespugnabile. Il nome Colomara lo deriva ella dalle colombe, chetagli gentili venivano dedicate a Venere, venerata sebben lontana tale deità sul monte Erice. In questo scoglio e castello in mare relegati vengono dal Governo ordinariamente tutti quei rei, che di gravi delitti vergognosi e conviti debbon ivi penali giorni (3). L’isolami Maretimo, la fossa di S.Catarina dell’isola di Favegnana e lo scoglio della Colombara di Trapani sono luoghi di esiglio più terribili che si fan provare a’ delinquenti. Francesco Maria Emanuele e Castani—Torri di guardia dei litorali della Sicilia—Edizioni Giada 1986, tratto dl Ms. Qq.E.97 conservato nella Biblioteca Comunale di Palermo e datato 1797.

Da queste fonti si può quindi azzardare approssimativamente una data che fa risalire la Torre, o meglio, quello che vi era prima, attorno XXIV secoli fa, anche se nulla rimane di quel tempo. Successivamente l’isoletta cadde sotto l’assedio romano. Fu il console Numerio Fabio che assediò la città e conquistò Peliade (la Colombaia) in una sola notte, sterminando il presidio cartaginese. Abbandonata, la Torre fu ridotta a nido di colombe. E dalle colombe trae origine il suo nome attuale. Sembra infatti che secondo alcune fonti, un mito pagano faceva considerare sacre queste colombe alla dea Venere, avente culto per l’appunto sulla vetta ericina. “ Plejades….des colombes du mont Erix, qui se rasseur, blaient su ce rocher, au moment deleur de part pur l’Afrique” (Gigault pag. 21)
Così si salta al 1360, quando si hanno notizie che la Colombara servì per tre giorni come prigione ( o anche semplicemente come domicilio) della regina Costanza che doveva andare in sposa a Federico III. Per ordine di Guido da Ventimiglia che temeva che Costanza togliesse a lui la Prefettura di Trapani al fratello l’amministratore del Regno, la Regina non fu fatta sbarcare in città.

Successivamente nel 1408 la Colombaia subì modifiche e fu ampliata da Re Martino che fece costruire un pontile per l’arrivo della sua sposa Maria.

Altre modifiche subì su ordine di Carlo V, “Don Ferrante Gonzaga, l’imperial comandante eseguendo, incominciò a seguire fra le fortificazioni di Trapani (…)” (Pugnato, Ibidem).“Particolarmente vigile e provvido, anche nei confronti delle fortificazioni della Sicilia, fu Don Ferrante Gonzaga, divenuto Vicerè di Sicilia all’indomani dell’impresa di Tunisi, quando si attendeva da un momento all’altro, come si è detto, un rabioso contrattacco da parte del Barbarossa sulle coste occidentali dell’Isola, specialmente di Trapani, da cui partivano rifornimenti per le forze cristiane operanti in Tunisia(F.L.Oddo—La Sicilia sotto gli attacchi Barbareschi e Turchi p. 102).

Il quattrocento comunque, aveva visto un crescendo della pirateria barbaresca fino a divenire un fatto endemico. Fu comunque necessario un’opera di bastionamento delle città siciliane. S’avvalsero così di ingegneri militari esperti nella tecnica d’assedio dei Turchi, della Repubblica Veneta e dei Cavalieri di San Giovanni.

Il quattrocento comunque, aveva visto un crescendo della pirateria barbaresca fino a divenire un fatto endemico. Fu comunque necessario un’opera di bastionamento delle città siciliane. S’avvalsero così di ingegneri militari esperti nella tecnica d’assedio dei Turchi, della Repubblica Veneta e dei Cavalieri di San Giovanni.

Nel 1586, il Castello, subì ANCORA INGRANDIMENTI E TRASFORMAZIONI. Questa volta su progetto dell’architetto fiorentino Camillo Camilliani, sotto il regno di Filippo ’Austria (I di Sicilia e II di Spagna).

Le ultime trasformazioni le subì le XVII secolo, quando essendo la Sicilia in pericolo per una invasione turca, il Castello fu rafforzato da parte del Vicerè, Don Claudio Lamoraldo, Principe Lignè, che ne aveva ricevuto l’ordine da parte del Parlamento siciliano (1670).Sul muro esterno, lato maestro della Colombaia, si può leggere ancora la lapide fatta affiggere nel 1671 dal Principe Lignè, ed identica a quella posta nella vicina torre fatta edificare dallo stesso principe e di cuit tuttora porta il nome.

Dagli archivi spagnoli di Simancas (vedi Guidoni Marino “Urbanistica e Disegni” e Giuffrè Castelli”, nel XVI secolo la rifondazione della piazzaforte fu affidata agli architetti Fratino, Brancazio, Scipione Campi e Antonio del Nobile, e nel XVII secolo a Carlo De Grunemberg. Si deve proprio a quest’ultimo il progetto della fortificazione dalla parte di terra in aggiunta alla cinta bastionata cinque-seicentesca

.“Il Castello (immeritatamente da Samon “tenuto per una delle principali fortezze di questo regno”, ma per il tecnico Campi degno invece di essere demolito) nello stesso manoscritto spagnolo sopra citato risulta avere avuto quattro altissimi torrioni, che ritroviamo nella pianta disegnata da Francesco Negro e che oggi rimangono solo in parte. Sono invece del tutto scomparsi i poderosi baluardi che cingevano d’intorno il monumento”.

Così si trova scritto a pag. 204 de “Il libro delle Torri” di Salvatore Mazzarella e Renato Zanca, studiosi di fortezze e castelli.

A partire dal 1849 la Colombaia fu adibita a carcere e solo da alcuni decenni definitivamente abbandonata. Da ricordare che tra il 1849 ed il 1860 al castello furono rinchiusi alcuni dei più noti patrioti del Risorgimento, quali Michele Fardella di Mokarta, che successivamente prese parte alla battaglia di Calatafimi.

Alberto Costantino


IL MONUMENTO

Nell’anno 1979 abbiamo iniziato una ricerca tecnologica di tutte le opere del centro storico della città di Trapani con lo scopo di contribuire, per quanto c’era possibile, a tramandare nella storia esperienze di metodo tecnologico usato per altri scopi in altri tempi e di riuscire a sensibilizzare gli organi competenti affinché si decidessero ad investire quei capitali necessari alla conservazione d’opere che i nostri avi ci hanno tramandato e che la nostra incuria e indifferenza, oltre al logorio naturale degli anni, stavano e sta portando alla rovina, facendo sì che queste opere non siano solo un privilegio della nostra epoca, ma siano tramandate alle generazioni future.

Una delle tante opere analizzate che, oltre ad essere un simbolo della città di Trapani, racchiude nella sua misteriosa origine anche quella di noi Trapanesi, è il castello di mare oggi noto con il nome di “COLOMBAIA”.

L’opera monumentale sorge su un’isoletta posta davanti al porto di Trapani il cui nome originario era “PELIADE”, nome fatto risalire alla forma alquanto inusuale degli scogli piccoli e sottili che la circondavano tanto da dare l’idea di tanti peli raggruppati.

Se le origini di Trapani sono avvolte dalla leggenda non diversamente, si può dire della “COLOMBAIA”. Molte sono le versioni che, i diversi autori d’epoche remote ci danno, ma noi che tentiamo di dare una versione più vicina alla verità, ci troviamo in grave imbarazzo, non essendo in possesso di documenti e fatti reali, che ci possano fare affermare di essere nel giusto.

Pertanto siamo costretti a darne solo una versione ricavata dalle concordanze che si riscontrano in alcuni autori e che noi abbiamo preso attentamente in considerazione nel confrontarci con la realtà esistente sui luoghi.

RIFERIMENTI STORICI

Si è a conoscenza d’alcune date significative, ai fini di una attenta lettura del manufatto, che qui di seguito vengono riportate:

La prima costruzione, una torre faro, fu eseguita, (secondo alcuni storici) 480 anni prima della nascita di Cristo, dai Trapanesi che si allearono con i Cartaginesi nella guerra contro i Greci “SICILIOTI” il cui compito era quello di creare un punto di riferimento alle navi Cartaginesi.

- Verso l’anno 260 A. C. durante la prima guerra punica, Amilcare Barca vi fece costruire una torre e una caserma militare in sostituzione del faro preesistente.

- Nel 249 A. C. i Romani guidati dal console P. Claudio Pulcro entrarono in possesso della fortezza per un breve periodo. I Cartaginesi guidati da Aderbale riconquistarono la fortezza.

- Nel 241 A. C., dopo la vittoriosa battaglia delle Egadi, cadde in mano ai Romani, ai quali rimase fino all’invasione dei vandali.

Dalle fabbriche, accresciute, riformate, costruite in epoche posteriori, non si hanno precise documentazioni, ma si nota chiaramente, la mano moderna innestata sull’antico.

- Nel 1076, Il Conte Ruggiero, una volta riuscito nell’intendo di conquistare Trapani , ne migliorò le fortificazioni e recuperò la “COLOMBAIA”.

- Nel 1360 giunse dalla Catalogna la Regina Costanza, moglie di Federico Ventimiglia, che sbarcò alla “COLOMBAIA” ove prese dimora.

- Nel 1408 essendo divenuto Re Martino I°, per suo ordine, le fabbriche della “COLOMBAIA” furono messe a nuovo.

- Regnando Filippo III Re di Spagna e di Sicilia durane la guerra scoppiata nel suo regno la “COLOMBAIA” è stata ristrutturata e maggiormente armata.

- Nel 1671 regnando Carlo II d’Austria, fu costruita, in aggiunta alla torre e all’ellisse, la batteria inferiore che guarda il porto.

- Nel mese di Maggio del 1965, con la costruzione delle nuove carceri di San Giuliano, tutti i detenuti furono trasferiti nella nuova sede e la “COLOMBAIA ritornò ad essere quel luogo d’abbandono e solitudine che fu una delle prerogative della sua lunga esistenza.

 

ANALISI STORICO-STRUTTURALE DELL’ESISTENTE

Il castello, che sorge sull’isolotto, offre la facciata più piccola a chi l’osserva dal porto, dando la sensazione di una roccaforte più che un grandioso complesso.

Colui che si accinge a visitarlo, man mano che si avvicina si rende conto di quanto sia imponente l’opera ivi edificata, e delle grandi trasformazioni subite nel corso dei secoli.

Pianta della Colombaia

Il giro attorno alla fortezza si può fare solo con un’imbarcazione, poiché essa è circondata per metà (ad Est) da una fascia di terra e la parte rimanente dalle acque del Mediterraneo.Un antico manoscritto che non si può garantire in vero d’autenticità, riporta che:“ la prima costruzione fosse stata di forma ottagona alta canne venti, con otto di diametro, e che fosse stata recintata di un muro di forma ellittica sul declivio del greppo”

Antica Stampa del 1200

Da accurata analisi e attenta ricerca sul luogo è risultato difficile individuare la esatta ubicazione della suddetta torre in quanto dall’attuale, di forma ottagona, si può chiaramente vedere che la sua costruzione non ha un’età così vetusta, almeno per le parti oggi apprezzabili, ma la si può collocare in un intervallo di tempo che và dal 1000 al 1500.

Nell’ala sinistra del complesso esiste, semi assorbita dall’ellisse, un’altra torre. Dalle sue caratteristiche si può formulare che l’impianto originario era di forma esagonale, e la costruzione oggi apprezzabile può essere databile attorno al 1000 per il piano terra, mentre dal primo livello in poi, appare rifatta completamente nell’intorno del 1500.

Al centro delle due torri, collegati da una muratura di forma ellittica, troviamo il portone d’accesso che è raggiungibile tramite una scalinata che consta di 19 gradini, rivestiti di calcare bianco-grigiastro che consentono il raggiungimento di una quota di circa 4,00 metri.

La parete su cui si trova detto portone comprende inoltre tre finestre ad arco acuto, risalenti presumibilmente al periodo Spagnolo e, realizzate in conci di tufo ben sagomate, uno stemma rappresentante uno scudo sormontato da corona e da elmo con aquila fiancheggiato da due angioletti anch’essi coronati e di una caditoia posta sopra il portone d’ingresso.

Varcata la soglia ci troviamo in un piccolo ambiente avente due porte, quella di destra conduce in un piccola armeria , mentre quella di sinistra immette in un disimpegno ove è possibile scegliere fra due percorsi che stanno davanti e a sinistra del visitatore.

Questi percorsi sono gli unici che ci consentono di visitare tutto il complesso che consta di due corpi di fabbrica costruiti in epoca diversa.


Il percorso che si snoda davanti al visitatore porta all’ala destra (quella più anti- ca di forma ellittica) che si articola attorno ad un cortile raggiungibile dopo aver superato un ambiente di costruzione non molto antica la cui soffitta è crollata, esso conserva in una delle sue pareti una lapide avente due stemmi ai suoi lati che ricorda:

Lapide su parete ala destra Torre

REGNANTE PHILIPPO III REGE HISPANIARUM

UTRIUSQ SICILIAE ETC

ILLUSTRISS ET EXCELLENTISS D D IOANNIS FERNANDEZ

DE PACECO EQUITIS AURATI MARCHIONIS VILLENAE

DUCIS ESCALONAE COMITIS SANCTI STEPHANI GORMA E

ET XICHENAE DITIONIUM BELLIMONTIS ALARCONIS ET

ALUMBRIUM IN REGNU MURSIAE DOMINI PROREG ET

CAPITGEN REGNI SECURITATEM ET INCURSUS HOSTIUM

PROPULSANDOS INCUMBENTIS PROVIDENTIA DELEGATIONE

D PETRUS SPINOLA EQUES ORD ALCANTARAE ABELLIS

CONSILIARIUS MAGISTER PORTULANUS INTEGERR

ET PRAE BELLO IN HOC REGNO EUSDEM AUCTORITATE

ARMORUM DVX STRENUUS

ARCEM HANC COLUMBARIAM PONTE PROPUGNACULIS

MUNIENDAM CURAVIT

ANNO SALUTIS ………

 

La cui traduzione è la seguente:

“ REGNANDO FILIPPO III RE DI SPAGNA E DI SICILIA, L’ILLUSTRE ED ECCELLENTE GIOVANNI DI PACECO, CAVALIERE DELL’AUREO MARCHESATO DI VIGLIENA, COMPAGNO DEL CAPITANO DI ESCALONA, DI SANTO STEFANO, DI GORMA E DI SICHENO E DEI PIU’ RICCHI BELLIMONTE ALARCONE E ALUMBRIO …………….. NEL REGNO DI SICILIA IN OBBEDIENZA A DIO E ALLA CATTOLICA MAESTA’ CURO’ LA SICUREZZA DEL REGNO RESPINGENDO L’INCURSIONE DEI NEMICI INCOMBENTI. D. PIETRO SPINOLA, CAVALIERE DELL’ORDINE DELL’ALCANTARA, CONSIGLIERE, MAESTRO, PORTULANO INTEGERRIMO, A CAUSA DELLA GUERRA IN QUESTO REGNO, CAPITANO VALOROSO NELL’AUTORITA’ DELLE ARMI, MUNI’ QUESTA TORRE COLOMBAIA DI UN PROPUGNACOLO DI DIFESA. ANNO DELLA SALVEZZA …………………”

 

Da quest’ambiente è possibile accedere ai piani superiori tramite una scala o andare al cortile, superando una porta con portale in travertino.

Al piano terra, visitando quelle che furono le celle, situate sul lato sinistro del cortile, si nota nelle pareti, che per eccessiva umidità, hanno perso l’intonaco, l’uso di materiali diversi che ci consentono di distinguere l’originale dalle superfetazioni. Queste celle ( se ne contano sette) sono piccole, basse molto umide e si affacciano sul mare tramite una piccola finestra. Esse contengono un vaso alla turca, una volta schermato da un muretto basso.

Sul lato destro è possibile notare tre pareti della torre ottagonale e quello che fu un unico grande vano ora risulta essere diviso in tre ambienti.

 

Di fronte a noi è possibile notare sulla destra, una piccola chiesetta, il cui interno è completamente devastato, una grande cella e una scala alla trapanese che consente l’accesso al piano superiore.

I due piani soprastanti ospitarono nel tempo celle per i detenuti al P.I° e locali infermerie, comandante e guardia al P.II°.

 

Per visitare la seconda ala del castello bisogna scegliere il percorso di sinistra al PT. La prima cosa che si nota è un ambiente adibito a parlatorio da cui si diparte un lungo tunnel che attraversa tutto il terrapieno della parte ellittica dell’antica costruzione.

Tramite una scala si accede alla parte bassa del castello di costruzione spagnola come testimoniato da una lapide posta all’esterno delle mura che ricorda:

 

Lapide sulla posta allesterno delle mura

AUSPICIIS CAROLI SECUNDI

HISPANIARUM ET SICILIAE REGIS

MARIAE ANNAE REGINAE GUBERNATRICIS

CLAUDIUS LA MOTALDUS PRINCEPS DE LIGNE DAMBLIZI

ET SACRI ROMANI IMPERII SOVERANUS DE FAGNOLLES

S. SICILIAE PROREX VIGILANTISSIMUS

ISTIUS REGNI SECURITATI HOC PROPUGNACULUM

EREXIT

MDCLXXI

 

La cui traduzione è la seguente:

CON GLI AUSPICI DI CARLO II, RE DI SPAGNA E DELLA SICILIA E PER LE LODI DI MARIA ANNA REGINA E GOVERNATRICE IL PRINCIPE MONTALDO DI LIGNY E DEL SACRO ROMANO IMPERO, ATTENTISSIMO,ERESSE QUESTO BALUARDO VICINO ALLA SICILIA, PER LA SICUREZZA DI QUESTO REGNO.

Si accede al cortile della suddetta costruzione dopo aver superato una porta avente mostre in travertino. Su questo cortile si affacciano oltre ad una piccola chiesa a forma triangolare, cinque celle, un locale cucina le docce e le pilozze per lavare la biancheria.

La torre di forma ottagonale è stata di recente consolidata e ristrutturata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali che ha sostituito i solai intermedi con del tavolato leggero ed ha eliminato alcune lesioni della volta di copertura dell’ultimo livello.Questo ha, infatti, una copertura del tipo volta stellare costolonata con le nervature che si dipartono da ogni angolo dell’ottagono e convergono al centro di esso.

Arch. Giuseppe Maltese

Arch. Andrea D'Amico

Volta di copertura


 

La Colombaia: Ieri

Una carrellata di cartoline, stampe, disegni e documenti d' epoca

 

 
 

 


La Colombaia: Oggi

Una carrellata di foto che mostrano lo stato attuale della Torre

 

 

 

 

La Colombaia: Domani

Non conosciamo a tutt’oggi il destino della Colombaia.
C’è tanta buona volontà e tanto desiderio di farla assurgere a grandi valori culturali e turistici e di riscattarla dal suo più che ventennale abbandono.
Con questa parte della brochure lasciamo aperto lo spazio ad alcune possibilità, progetti, e proposte di utilizzazione ed alla realizzazione di tanti sogni, senza perdere di vista la libera fruizione di tale immobile.

Progetto Caronte

Un progetto
Architetti Costanzo, La Commare e Romano

Inquadramento del Progetto

Il Progetto è inquadrato in un programma strategico di sviluppo per il centro storico di Trapani.
Tale Programma inizialmente con l’obiettivo di innalzare il livello di fruibilità, l’offerta di infrastrutture di attività e servizi di questa parte del territorio comunale in occasione della Louis Vuitton’s cup act 8/9 svoltasi a Trapani dal 28/09 al 9/10 2005.
In seguito si sono usate le caratteristiche di dinamica adattabilità del programma per renderlo aderente ad un futuro che inquadra trapani tra le mete-ospiti preferenziali per manifestazioni similari.

Obbiettivi del Programma:

  • sfruttamento delle potenzialità del territorio trapanese offerte non solo dalle bellezze naturali e paesaggistiche, ma anche dalle Identità storiche di parti del territorio o di singoli elementi, nonché dall’intangibile Urbano (risorse umane, patrimonio culturale).
  • l’identificazione di soggetti pubblici (amministrazioni) e privati (Enti, associazioni, singoli) e l’assegnazione ad essi di ruoli specifici derivanti da capacità proprie e da una concertazione pregressa, così da poterli far contribuire allo sviluppo tramite l’investimento di risorse economiche o umane, di know-how, di servizi).
  • l’ innesco di processi di sviluppo autosostenibili tramite la cooperazione all’interno di reti tematiche (Storico-culturale, ecologica, innovazione tecnologica, amministrativa e di rappresentanza).

Ambito del Progetto

Il sito del progetto è lo specchio d’acqua compreso tra il Lazzaretto e la Colombaia nella zona del porto peschereccio proprio nella parte terminale della “Falce Trapanese”.
Intanto il progetto auspica un uso funzionale per questi due manufatti rispettivamente di museo per le attività marinare da allocare presso il “lazzaretto” e di centro per attività ludico-culturali-ricreative diurno e notturno per l’sola della Colombaia.


Il Progetto “Caronte”

Il progetto di un attraversamento di questo specchio d’acqua nasce dall’esigenza di un legame tra l’isola e il centro storico, per incentivarne il recupero e la fruizione della prima , ma soprattutto, per rendere possibile un vicendevole e innegabile scambio di opportunità di sviluppo, fino ad oggi per troppo tempo negato.
Il sistema di attraversamento è stato ideato per assolvere a tre obbiettivi prevalenti:

  • Evitare di snaturare il sito, mantenendo l’identità di “Isola” della colombaia, cosa che si sarebbe persa nell’opzione della realizzazione dell’attraversamento tramite ponte.-
  • Lasciare transitabile lo specchio d’acqua alle piccole imbarcazioni.
  • Avere un impatto ambientale pressoché nullo.

L’attraversamento viene quindi realizzato tramite un’”ovovia” composta da due cabine ovoidali con pareti quasi totalmente vetrate, di capacità adeguata per 20 persone che si muovono su cavi colleganti l’interno del lazzaretto con l’interno della colombaia.
In questo tragitto di circa 250 m le cabine si appoggiano sullo specchio d’acqua, percorrendo la parte centrale del tragitto in condizioni di galleggiamento, in oltre ciascuna cabina effettua una rotazione di 180 gradi intorno al proprio asse per rendere maggiormente suggestiva la percezione del panorama circostante.


Nell'Arte

"Anche l’arte, coinvolta in questa magica atmosfera, coglie l’occasione per esprimere il suo pensiero sulla Colombaia, antico castello, sorto come guardiano della città di Trapani.Artisti silenziosi, all’ombra di ogni tumultuoso rombo del tempo, con la loro creatività hanno saputo imprimere sulle loro tele quel tocco che solo un attento osservatore può percepire, cercando di scoprire la coscienza di una struttura che da secoli si è imposta sul vivere quotidiano della città.
I colori, le forme, gli irraggiungibili fasci di luci provenienti dal lontano orizzonte, che contornano la Colombaia, mostrano un aspetto unico che scaturisce dal pennello degli artisti.
Un momento intenso, pieno di valori che fermano il tempo e che protendono verso un roseo futuro".

Baldo Ingrassia

 

La pubblicazione di questa brochure nel nostro sito è stata autorizzata dal Presidente dell' Associazione Salviamo la Colombaia, Rag. Luigi Bruno. Tutto il materiale pubblicato(foto, stampe testi ed opere) appartiene ai legittimi proprietari.

 

Appello

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