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La Colombara di Trapani

Fonti documentarie

La storia delle fortificazione inizia sempre da quella rupestre, passando inevitabilmente, almeno per le coste occidentali, da Fenici e Cartaginesi fino al castrum romano. La Colombaia per secoli è stata ritenuta, almeno da parte degli storici classici un mito, lasciando così che non fosse il donjon a fare storia ma la letteratura. Si spiega così come un bastione unico, costruito su uno scoglio sia stato, almeno negli ultimi secoli sottovalutato e quasi emarginato dal contesto di studi seri e soprattutto di scavi archeologici mai fatti e ancora lontani da essere concepiti. Si tratta dell’unico esemplare situato un scoglio e che è cresciuto nel tempo, fino a tramutarsi in un castello e in una prigione borbonica. A oggi la sua forma ottagonale viene datata in maniera arcaica e senza valore scientifico, in base a fasi di costruzione che possono risalire attorno alla fine del XIII e l’inizio del XIV, dando per scontato, forse anche giustamente, come costruzione Sveva. Il primo documento trovato è del 1223. Si trattaun documento di Federico I per la concessione ad Alberto di Milo della capitaneria di guerra per Trapani e del titolo di castellano sia per castrum, castello di terra, che la turris Columbarie, castello di mare. A un esame attento il documento non sembra essere viziato da alcunché, tanto che a suo tempo fu reputato autentico da E. Winkelmann e Giuseppe Agnello. Tuttavia alcune particolari, soprattutto per alcune inconcludenze di date, ne fanno dubitare, ma lo slittamento di esse non può superare un periodo troppo lungo di anni, e neanche un esame al radiocarbonio potrebbe risolvere, il rebus. Il documento può quindi ritenersi vero per il secolo in cui fu emesso, e forse in parte falsificato (il capitano potrebbe essere di origine aragonese (sic!) nella datazione per permettere a qualcuno di occupare una carica in tempi diversi. Una prassi deplorevole ma normale anche a quel tempo. E. Winkelmann, Acta Imperia, I p. 208 doc. 224. 1223 mar. 4 ind. XI, Siracusa. Scrive: «Hier ist an falschung wohl nicht zu zweifeln“. Si esclude espressamente dubbi circa un’eventuale falsificazione. Anche G. Agnello neL’architettura Sveva, p. 21, nota 3, conferma la veridicità del documento.

Bartolomeo da Neocastro, cronista dell’epoca dei Vespri,Historia Sicula. Una notizia appena accennata aigemini castra che difendevano la città nel racconto dello sbarco di Pietro III a Trapani, testimonierebbe come a Trapani ci fossero nel 1282 due castelli. Uno sicuramente è quello normanno cioè quello di terra, l’altro la Colombara, o comunque un fortilizio in quello posizione. Scrive il prof. Ferdinando Maurici: “si tratta proprio della Colombaia e del castello di terra ubicato sull’angolo NE della cinta muraria. Una datazione fra la fine del XII secolo e primi del XIV, d’altra parte, sembra per la Colombara la più probabile, tanto per ragioni stilistiche che in considerazione della nuova importanza assunta dopo il Vespro” (da Kalòs 1997).

Chiaramente le ragioni stilistiche e architettoniche nella torre sono veramente ambigue, anche se vicinissima allo stile svevo, ma in considerazione della stanza del vento che pochi hanno notato, soprattutto, per chi non ha fatto una ricognizione de visu. Ritornerò sull’argomento nello studio architettonico.

 

La Colombara di Trapani

Fonti documentarie

La storia delle fortificazione inizia sempre da quella rupestre, passando inevitabilmente, almeno per le coste occidentali, da Fenici e Cartaginesi fino al castrum romano. La Colombaia per secoli è stata ritenuta, almeno da parte degli storici classici un mito, lasciando così che non fosse il donjon a fare storia ma la letteratura. Si spiega così come un bastione unico, costruito su uno scoglio sia stato, almeno negli ultimi secoli sottovalutato e quasi emarginato dal contesto di studi seri e soprattutto di scavi archeologici mai fatti e ancora lontani da essere concepiti. Si tratta dell’unico esemplare situato un scoglio e che è cresciuto nel tempo, fino a tramutarsi in un castello e in una prigione borbonica. A oggi la sua forma ottagonale viene datata in maniera arcaica e senza valore scientifico, in base a fasi di costruzione che possono risalire attorno alla fine del XIII e l’inizio del XIV, dando per scontato, forse anche giustamente, come costruzione Sveva. Il primo documento trovato è del 1223. Si trattaun documento di Federico I per la concessione ad Alberto di Milo della capitaneria di guerra per Trapani e del titolo di castellano sia per castrum, castello di terra, che la turris Columbarie, castello di mare. A un esame attento il documento non sembra essere viziato da alcunché, tanto che a suo tempo fu reputato autentico da E. Winkelmann e Giuseppe Agnello. Tuttavia alcune particolari, soprattutto per alcune inconcludenze di date, ne fanno dubitare, ma lo slittamento di esse non può superare un periodo troppo lungo di anni, e neanche un esame al radiocarbonio potrebbe risolvere, il rebus. Il documento può quindi ritenersi vero per il secolo in cui fu emesso, e forse in parte falsificato (il capitano potrebbe essere di origine aragonese (sic!) nella datazione per permettere a qualcuno di occupare una carica in tempi diversi. Una prassi deplorevole ma normale anche a quel tempo. E. Winkelmann, Acta Imperia, I p. 208 doc. 224. 1223 mar. 4 ind. XI, Siracusa. Scrive: «Hier ist an falschung wohl nicht zu zweifeln“. Si esclude espressamente dubbi circa un’eventuale falsificazione. Anche G. Agnello neL’architettura Sveva, p. 21, nota 3, conferma la veridicità del documento.

Bartolomeo da Neocastro, cronista dell’epoca dei Vespri,Historia Sicula. Una notizia appena accennata aigemini castra che difendevano la città nel racconto dello sbarco di Pietro III a Trapani, testimonierebbe come a Trapani ci fossero nel 1282 due castelli. Uno sicuramente è quello normanno cioè quello di terra, l’altro la Colombara, o comunque un fortilizio in quello posizione. Scrive il prof. Ferdinando Maurici: “si tratta proprio della Colombaia e del castello di terra ubicato sull’angolo NE della cinta muraria. Una datazione fra la fine del XII secolo e primi del XIV, d’altra parte, sembra per la Colombara la più probabile, tanto per ragioni stilistiche che in considerazione della nuova importanza assunta dopo il Vespro” (da Kalòs 1997).

Chiaramente le ragioni stilistiche e architettoniche nella torre sono veramente ambigue, anche se vicinissima allo stile svevo, ma in considerazione della stanza del vento che pochi hanno notato, soprattutto, per chi non ha fatto una ricognizione de visu. Ritornerò sull’argomento nello studio architettonico.

 

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Contatta il Luigi Bruno - Presidente dell'Associazione Salviamo la Colombaia - Cell. 339/8002539
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